“Ho scelto il plesso scolastico Serafini proprio in virtù del fatto che c’erano scuola primaria e asilo, per i miei figli”. Questo il commento di una madre che, a 5 giorni dalla riapertura delle scuole, dovrà riorganizzare tutto l’anno perché l’asilo Crispi, annesso al plesso scolastico della Panfilo Serafini, viene traslocato, in queste ore, nel quartiere Peep, nella palazzina comunale a ‘canone agevolato’ dove è stata accolta anche la sede della Guardia di Finanza di Sulmona. Dunque a chilometri di distanza dal luogo in cui i genitori dei 33 piccoli studenti speravano di accompagnarli ogni giorno. Fortuna che esistono le automobili altrimenti sarebbe stato un problema per accompagnare i bimbi, non più a piedi a due passi da casa o nel quartiere. Il problema resta, il disagio è tanto perché questi traslochi, dell’ultimo momento, stanno diventando una consuetudine, un problema e bisognerebbe avere una sfera di cristallo per capire, nonostante l’iscrizione, i pellegrinaggi delle sedi scolastiche, nonostante siano trascorsi oltre 16 anni dall’ultimo grave terremoto. Sgomento tra i genitori . Se si fosse saputo tempo prima, certe strutture sarebbero rimaste quasi senza iscritti, secondo alcuni, deserte per i genitori dei 33 fanciulli che avrebbero potuto fare conti diversi tra benzina e manutenzione auto. Con quel che cosa la vita oggi! Scelta negata o peggio obbligata per la scuola d’infanzia e soprattutto l’illusione di poter scegliere diventa amarezza e pesantezza a 5 giorni dalla riapertura delle scuole con buget familiari al lumicino. Ingiusto risolverla dunque con dichiarazioni del tipo: ” le richieste di passaggio da un istituto all’altro, qualora dettate da problematiche logistiche e familiari, saranno valutate attentamente e prontamente accolte”.
Volendo tradurre in parole povere il burocrate di turno: ‘Se proprio dobbiamo, facciamo uno strappo alla ‘nostra’ regola”.
Così è (se vi pare), Luigi Pirandello docet.




