Nel cuore selvaggio e suggestivo del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, il piccolo borgo di Villa Santa Maria (TE) sta facendo rivivere i suoi ricordi e le sue tradizioni in un modo del tutto inaspettato e innovativo: attraverso un podcast.
“Li chiacchiere s li ngòll u vind: le parole della memoria, la memoria delle parole” è il titolo di un progetto culturale di volontariato che trasforma le voci del passato in un prezioso patrimonio sonoro, accessibile a tutti e in grado di connettere generazioni e persone lontane tra loro, sia in senso temporale che spaziale.
L’iniziativa non nasce per caso, ma si colloca all’interno del Festival Culturale dei Borghi Rurali della Laga, un’iniziativa di volontariato che da quattro anni anima i Monti della Laga, anche nei suoi luoghi più reconditi. Il Festival, organizzato con dedizione dall’associazione culturale Borghi e Sentieri della Laga, coadiuvata da Federtrek nazionale, si propone di dare voce alle comunità dei Comuni dei Monti della Laga, luoghi meravigliosi ma duramente colpiti dal sisma del 2016-2017.
Le iniziative sono interamente progettate e realizzate dalle stesse piccolissime comunità che continuano a tenere vivi questi luoghi con la loro presenza costante o temporanea. Così in base alla vocazione di ciascun piccolo centro montano della Laga, gli eventi del Festival spaziano da manifestazioni prettamente culturali a percorsi enogastronomici, da semplici racconti identitari a vere e proprie rievocazioni storiche, solitamente supportate da trekking che conducono il visitatore in un’esperienza immersiva nel contesto paesaggistico e culturale in cui si svolge “contenitore di suggestioni”, così definiscono il Festival le due podcaster.
Proprio durante l’organizzazione di uno degli eventi del Festival, nella frazione di Paranesi, a Rocca Santa Maria, il progetto di questo podcast ha preso forma. Un gruppo social, unito dall’amore per il proprio territorio, ha riunito persone di ogni età e di ogni provenienza che, attraverso registrazioni audio nel loro dialetto, hanno iniziato a raccontarsi e a ricordare. Un dialogo spontaneo e profondo, che ha portato alla luce un vero e proprio tesoro di voci narranti: aneddoti, frasi, storie, leggende, curiosità, ricette e modi di dire di un tempo passato e ormai quasi dimenticati. L’iniziativa è stata ideata e curata da due volontarie della rete, Barbara Diletti e Alicia Orsini, che hanno saputo coglierne l’essenza concretizzandola. Un’esperienza progettuale collettiva che ha nutrito lo spirito e rafforzato il legame con le proprie radici in un modo unico e commovente.
Il podcast nasce con la missione di raccogliere e valorizzare questo patrimonio culturale immateriale e di metterlo a disposizione di una platea più ampia. È un progetto ambizioso e suggestivo, la cui risonanza culturale e affettiva va ben oltre il confine locale, rivolgendosi tanto alle persone che in montagna ancora vivono, quanto a chi è solo di passaggio, oppure ha lasciato il paese ma vuole “riannodare i fili con le sue radici”, come si dice nel podcast, nonchè ad antropologi, geografi, storici e amanti dei dialetti. L’obiettivo è ricucire insieme le trame di un tempo che non vuole e non deve essere dimenticato, lottando contro lo spopolamento dei piccoli centri montani.
Le prime due puntate sono già un esempio della ricchezza di questo archivio sonoro. La prima ha svelato il significato di un modo di dire quasi dimenticato, offrendo una preziosa perla di saggezza popolare, mentre la seconda è dedicata ai personaggi caratteristici e indimenticabili che hanno animato questi luoghi, dagli eccentrici ai pastori, ai commercianti. La serie continuerà a esplorare questo affascinante mosaico di ricordi che emerge spontaneamente dalla comunità.
“Li chiacchiere s li ngòll u vind: le parole della memoria, la memoria delle parole” è disponibile sulla piattaforma streaming Spotify.
Per scoprire le voci dei ricordi e dare un contributo concreto alla conservazione di questo patrimonio, è possibile ascoltare il podcast e seguire gli sviluppi del progetto.


