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<<L’uomo non può diventare vero uomo che per educazione; egli è ciò ch’essa lo fa>>, così scriveva il filosofo tedesco Immanuel Kant – illustre pilastro dell’illuminismo europeo – nel suo Über Pädagogik (Sulla pedagogia). In questa frase è in gioco molto più che la semplice introduzione a un classico del pensiero occidentale, è in gioco la scelta che ogni comunità è chiamata a compiere in direzione di una concezione di uomo piuttosto che di un’altra, nonché la missione di coltivarla. Scegliere l’educazione e l’istruzione dell’uomo significa scegliere un uomo che, attraverso queste ultime, trova gli strumenti per comprendere e trovare il proprio posto nel mondo, aumentare le proprie capacità e con esse sintonizzarsi sulla propria felicità. Da questa prospettiva è facile vedere che una comunità che investe in spazi di educazione e cultura è una comunità che prepara per sé spazi per conoscere, confrontarsi, agire; spazi in cui la democrazia possa respirare.

Spero che l’apparente eccessiva astrattezza di questa introduzione a una questione che, altrimenti, apparirebbe meramente “amministrativa” come la disponibilità di una biblioteca a uso pubblico sul nostro territorio, ci permetta di sottolineare – ed avere ben presente nel corso dell’articolo – la portata della questione di fondo e degli effetti concreti che essa può avere sulla vita e sul futuro di comunità come la nostra.

La questione concreta che chiama in causa quanto detto sopra è quella del Centro Servizi Culturali e della Biblioteca Comunale di Sulmona, due annose questioni, per certi aspetti diverse ma accomunate da un grande problema: l’agibilità delle strutture. Il primo dei due, la cui gestione è di competenza regionale, si vide privato della sua “casa naturale” (Palazzo Portoghesi) ormai nel 2017 per motivi legati all’agibilità dell’edificio, trovando provvisoriamente rifugio presso la sede INPS. L’attrattiva che questo luogo ha comunque continuato ad esercitare sui giovani del territorio (nonostante la provvisorietà della sede e soprattutto i ristretti orari di apertura) ha spinto studenti e studentesse della cittadinanza – attualmente organizzati nel “Comitato Biblioteca Sulmona” – a mobilitarsi e chiedere dapprima l’estensione delle fasce orarie, e poi maggiore attenzione da parte dell’amministrazione cittadina e regionale nei confronti della questione di Palazzo Portoghesi, ottenendo un ascolto trans-partitico e, infine, lo stanziamento di 100mila euro per la progettazione relativa all’adeguamento del vecchio edificio di Piazza Venezuela. La strada, però, è ancora lunga. La caduta della giunta Di Piero, lo scorso dicembre, ha di fatto portato alla sospensione del dialogo, piuttosto prolifico, che si era instaurato tra il comitato cittadino e l’assessore alla cultura Carlo Alicandri Ciufelli. In questo periodo di “interregno” continua l’attività dell’associazione cittadina, la quale chiede che, tra i temi della campagna elettorale, i quattro candidati per il ruolo di sindaco tengano nella giusta considerazione la questione, dimostrando l’intenzione di mantenere la continuità rispetto al lavoro avviato dalla precedente amministrazione nonché il riguardo che un tema così centrale come la cultura di una comunità richiede.

La caduta della giunta, lo scorso inverno, ha avuto i suoi effetti anche sul futuro della biblioteca comunale “Publio Ovidio Nasone”, la quale – dopo il grande traguardo rappresentato dalla riapertura della sede storica dell’omonimo Liceo Classico – rimane chiusa, pur condividendone la struttura, a causa della necessità di ultimare i lavori legati al sistema antincendio. Il commissariamento della città di Sulmona ha comportato la sua esclusione dalle “Capitali Italiane del Libro” e dunque la perdita del budget di 500mila euro che avrebbe ottenuto insieme a tale status. Questi fondi avrebbero potuto finanziare proprio gli ultimi adeguamenti necessari per la riapertura della storica biblioteca – la quale risale al XIX secolo e custodisce testi molto preziosi – ma purtroppo sono sfumati con lo scioglimento anticipato del consiglio comunale. In questo momento di transizione, il quale porta alla cittadinanza parimenti segnali di avanzamento e di stallo rispetto alle due vicende e il cammino verso la valorizzazione culturale del territorio sembra in affanno, risulta particolarmente interessante (forse indispensabile) prestare di nuovo orecchio alle parole di uno dei padri del pensiero e della civiltà moderna: <<Gli animali compiono il loro destino spontaneamente e senza conoscerlo. L’uomo, al contrario, è obbligato a cercar di conseguire il fine suo; il che non può egli fare se prima non ne ha un’idea. […] L’uomo ha bisogno della cultura scolastica o della istruzione, per mettersi in grado di conseguire tutti i suoi fini. Essa gli dà un valore come individuo umano.>>

  • Ventitrè anni, laurea triennale in Filosofia alla La Sapienza di Roma, sta concludendo il percorso di laurea magistrale. Si interessa di attualità fin dai tempi del liceo partecipando alla pubblicazione del giornalino scolastico. Come blogger scrive di politica estera e interna. Appassionato di storia contemporanea, amante di cultura e di spettacolo, si è cimentato nella narrativa e nella partecipazione attiva ad eventi culturali del territorio.

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