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Abbiamo rifatto il maquillage per darci una ventata di modernità, come quella bella signora, non più giovane fanciulla, che cerca di camuffare la sua età non rendendosi conto di quanto sia affascinante e seducente nonostante il conto delle sue primavere.

Ma tant’è.

Layout nuovo quindi ma anche persone nuove, per un nuovo modo di ragionare, attraverso lo strumento del giornale, nello spirito del come vorremo concepire la nostra presenza in questo mondo della informazione.

Non inseguiremo la cronaca. Non per snobismo, anzi. È un settore difficile e c’è chi lo fa molto meglio di quanto riusciremmo a farlo noi.
Piuttosto ci piacerebbe fare approfondimento.

Questo territorio da tempo arranca lungo il sentiero della sua esistenza e gli ultimi decenni non sono da annoverare tra i più felici.
Ma c’è un intero Abruzzo che arranca, e non vogliamo dimenticarlo.

Il nostro intento sarà quello di dare una mano ad approfondire i problemi, a suggerire ipotesi di soluzioni.

Anche provocando, se del caso.

Pensiamo che ci siano tante cose di cui parlare e tante cose da fare.

Ecco, vorremmo che questo fosse il nostro ruolo. Dare una mano per aiutare, se possibile, a far crescere le nostre comunità, quella che porta sul cuore i colori del nostro campanile, ma anche quella più vasta che troviamo svettando le cime delle nostre montagne.

Con chi intraprendere questa mission?

Ma certamente con tutti. Anche con gli altri organi di informazione che operano a fianco noi.

Girandoci intorno non vediamo rivali ma compagni di cordata.

Il parco dei lettori si riduce sempre di più e sarebbe poco saggio fare a gara a chi si accaparra maggiori fette di un pubblico che tende, invece, ad assottigliarsi inesorabilmente.

Lo sforzo dovrebbe essere quello contrario e cioè aumentare il numero di persone che leggono per favorire un innalzamento i livelli della informazione e, se vogliamo ma con molta umiltà, anche quelli culturali.

Se ci si immerge in questo spirito non è l’aumento del numero di operatori della informazione che deve incutere timore ma piuttosto lo sforzo deve essere volto a favorire un dibattito che sia di qualità e che sia ricco di contenuti per rendere un carattere costruttivo e propositivo.

Ecco perché la nostra redazione è pluralista sotto il profilo delle tendenze sui temi della politica, dell’etica e delle problematiche sociali.

E, a chi ci si vorrà accostare per darci una mano entrando a collaborare con noi, non porremo limiti perché l’auspicio è che questa nostra natura di idealità plurale si accresca sempre più.

Anche un organo di informazione può provare a migliorare il mondo in cui opera e noi vorremmo riuscire a farlo anche se il nostro contributo dovesse essere piccolo piccolo.

Ci sentiremmo sconfitti solo se raccogliessimo un niente.

  • Direttore responsabile. Nato nel 1956, studi classici e poi laurea in giurisprudenza, oggi è avvocato nella sua città, patria di Ovidio e Capograssi: Sulmona. Da bambino, al seguito del padre ingegnere, ha vissuto, dall’età di 6 sino ai 12 anni, in Africa, tra Senegal, Congo, Ruanda, Burundi, rimanendo anche coinvolto nelle drammatiche vicende della rivolta del Kivu del 1967. Da pochissimi anni ha iniziato a cimentarsi nell’arte della letteratura e ha già pubblicato tre romanzi: “La Foglia d’autunno”, “L’ombra dell’ultimo manto” e "Virgilia". Quest'ultimo vincitore del premio letterario internazionale Ovidio edizione del 2024. Giornalista pubblicista è anche opinionista del Riformista, di Mondoperaio e del Nuovo Giornale Nazionale e vice direttore de "La Giustizia".

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