Se vostro padre fosse ricordato solo per essere stato messo alla berlina, come la prendereste?
Come reagireste se fosse ricordato, infondo infondo, per essere stato sbeffeggiato e preso in giro.
Come vi sentireste, se vostro padre non riuscisse più a difendersi da uno scherzo durato fin troppo, oltremisura, partito negli anni Ottanta e mai finito, neanche la morte lo ha interrotto.
Mio padre non si chiama Mario, non si rimette Magnotta, non ha mai lavorato come collaboratore scolastico, ma lo tengo caro, custodito nel cuore. Vorrei che fosse lo stesso per la memoria di tutti i padri del mondo, grandi lavoratori, ma piccoli e indifesi in un sistema che ingurgita e rigurgita miserie dai tempi in cui i collaboratori scolastici si chiamavano ‘bidelli’ e gli operatori ecologici si definivano ‘spazzini’, cos’è cambiato? Stessa ipocrisia con qualche sinonimo imposto non tanto per rispetto, ma per censura.
La metamorfosi istituzionale ora eleva Magnotta a ‘uno dei primi influencer ante litteram del nostro Paese, in un’epoca in cui non esistevano né la rete Internet né i social media’.
E così l’arte di un murale ricorderà l’ennesima umana miseria: siamo tutti figli di Magnotta.

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