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Panta rei, tutto scorre.

Non l’universo di Eraclito, ma le vicende della vita che la conducono dentro un percorso di continua trasformazione.

E dunque è ora di dirci ciao.

Da domani 20 novembre non sarò più direttore di questa testata che avevo sposato con tanto entusiasmo.

Ma la vita si trasforma e ci trasforma.

Impegni sempre più pressanti, e anche nuovi orizzonti, mi inducono a fare un passo indietro.

L’unico sentimento è la gratitudine nei confronti degli editori per la opportunità che mi hanno concesso.

Di sensazioni invece ce ne sono tante e sono rivolte alla città.

La lascio grigia in una vallata piena di bruma che lo sguardo si confonde e spesso si perde.

“Non è una novità”, direte, “sono anni che siamo così”.

Vero, ma gli entusiasmi di qualche mese fa preannunciavano dei grandi mutamenti, che qualcosa cambiasse.

Invece siamo ai primi sei mesi di amministrazione e gli echi degli squilli delle fanfare si sono da tempo persi tra le vette del Morrone e quelle del Genzana.

È vero anche che, per più di due mesi, problemi di salute ci hanno lasciato senza guida.

E nulla è più opportuno, adesso, del rinnovare al Sindaco gli auguri di bonne santé.

Ma la storia della città corre e pause non se ne possono prendere.

A parte le vicende del Tribunale, che durante i mesi estivi ha percorso diversi gradini verso la sopravvivenza, colpi d’ala non se ne vedono e non se ne sono visti. 

Le uniche scintille ci sono state in giunta ma appartengono più a contrasti personali che a dotte dispute sul destino della città.

Così come solo dispute sono state le voci gridate dalla politica che, tra maggioranza e opposizione, ogni tanto se le sono menate, ma non di brutto come si dice da noi, ma con il garbo cavalleresco del 700 quando i moschettieri del re duellavano in punta di fioretto.

E quindi in Tele-Comune hanno trasmesso solo duelli: o tra avversari o per regolamenti di conti interni.

Ancora si vedono idee e di grandi progetti all’orizzonte neanche l’ombra, eppure il mentore di questa maggioranza, quando si candidò nel 2021, di idee ne sfornava una ogni cinque minuti.

Forse l’età passa pure per lui, oppure stanno confezionando una strenna regalo da aprire tutta insieme il 24.

Dubito!

E così tra una inaugurazione e una premiazione la vita pubblica della città scorre sulle passerelle di cinema, teatri e sale convegni dove si alternano i protagonisti del nostro racconto per annunciare, con i microfoni in mano, le solite buone intenzioni.

Palle di natale che ormai hanno le ragnatele attorno.   

E così pigramente Sulmona sembra sempre più quella Tarascona provenzale, oziosa e sonnolenta, nella quale altrettanto mestamente si muovevano le gesta del Tartarino narrato da Daudet.

Me ne torno abbacchiato alla mia attività preferita e magari in primavera vi regalerò il quarto frutto della mia fantasia nel quale personaggi intriganti si muovono in una Sulmona medievale in un intreccio di storie che si rincorrono nei tempi con il rischio di non afferrarsi mai.

È stato bello, ma ora…ciao a tutti.

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