Una spinta per Sulmona, oltre il programma di mandato

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Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un contributo sulle prospettive di sviluppo della nostra città.

Ci era giunto da un gruppo di “ragazzacci del pensiero”, un manipolo di “filibustieri” che però amano questa città e vorrebbero tanto che il suo cammino non fosse una sonnolenta passeggiata lungo i viali della villa, ma quantomeno una corsa amatoriale.

Recentemente in Consiglio Comunale è stato approvato il “Programma di Mandato” quello cioè che Sindaco e amministratori si propongono di fare e realizzare per la città durante il loro mandato.

I nostri amici ci hanno inviato le loro valutazioni.

Leggerle solo come una critica arida sarebbe sbagliato.

È uno sprone, un incitamento, una sveglia.

Ma c’è anche una proposta. Un’offerta di disponibilità.

Da non sottovalutare!

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Sulmona sta affondando in una crisi che sembra non avere fine.

Commissariamenti ripetuti, amministrazioni incapaci di arrivare a fine mandato, una spirale di declino che ha impoverito la città e spento le energie della comunità.

Le ultime elezioni avevano alimentato la speranza di un riscatto: un Consiglio Comunale quasi interamente rinnovato, una maggioranza giovane e numerosa, la promessa di uno slancio diverso.

Ma alla prima, decisiva prova, alla prova dxei fatti, la delusione è stata cocente.

Il Programma di Mandato, strumento fondamentale per definire gli obiettivi e la visione della città, si è rivelato un documento vuoto, privo di idee e di prospettiva.

Invece di un progetto capace di accendere entusiasmo, ha prodotto solo ulteriore sfiducia e disillusione tra i cittadini.

Due esempi per tutti: nella parte riservata alla cultura Ovidio non viene nemmeno nominato, in quella del turismo il Parco è totalmente ignorato.

Non meno desolante il dibattito in Consiglio: in un clima soporifero alla “volemose bene” un’aula distratta, più attenta ai cellulari che al futuro della città, un confronto superficiale, ridotto a dettagli marginali.

Una dimostrazione che la dice lunga sulla reale volontà dell’intera maggioranza di compiere un salto di qualità.

La minoranza non ha saputo offrire un’alternativa, qualche critica balbettata, nessuna proposta concreta, un pizzico di polemica su cose insignificanti, ma proposte niente, tanto meno, una bozza di ragionamento di prospettiva.

Un vuoto quindi che accomuna maggioranza e opposizione e che lascia Sulmona senza guida, senza idee e senza speranza.

Un segnale allarmante: la politica locale sembra incapace di misurarsi con la gravità della crisi in corso.

Se questo è l’inizio, la città ha di fronte cinque anni di occasioni mancate. Ma il tempo del disincanto è finito: la comunità merita ben altro.

Sulmona non può permettersi altri anni di mediocrità e di inerzia.

La città ha bisogno di una visione, di scelte coraggiose, di un progetto che guardi oltre la gestione ordinaria.

Se il nuovo corso politico parte così, il rischio è di condannare l’intera comunità a un quinquennio sterile, in cui si consumeranno solo altre occasioni mancate.

Nella nostra prima nota dicevamo che “è opportuno imboccare la via dell’apertura, della valorizzazione delle competenze diffuse nella società, imprenditori, operatori culturali, realtà del terzo settore, professionisti, cittadini attivi. Coinvolgere queste energie significherebbe dare prova di intelligenza politica e visione amministrativa. Significherebbe, finalmente, riconoscere che per uscire da una condizione di stagnazione profonda serve il contributo di tutti”.

Se così sarà noi ci saremo!

 

  • Nato nel 1956, studi classici e poi laurea in giurisprudenza, oggi è avvocato nella sua città, patria di Ovidio e Capograssi: Sulmona. Da bambino, al seguito del padre ingegnere, ha vissuto, dall’età di 6 sino ai 12 anni, in Africa, tra Senegal, Congo, Ruanda, Burundi, rimanendo anche coinvolto nelle drammatiche vicende della rivolta del Kivu del 1967. Da pochissimi anni ha iniziato a cimentarsi nell’arte della letteratura e ha già pubblicato tre romanzi: “La Foglia d’autunno”, “L’ombra dell’ultimo manto” e "Virgilia". Quest'ultimo vincitore del premio letterario internazionale Ovidio edizione del 2024. Giornalista pubblicista è anche opinionista del Riformista, di Mondoperaio e del Nuovo Giornale Nazionale e vice direttore de "La Giustizia".

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