Sono durati pochissimo i brindisi e i festeggiamenti di qualche giorno fa per il disegno di legge salva tribunali.
E le parole di molti, Marsilio in testa, che celebravano la salvezza dei tribunali abruzzesi come cosa acquisita, che facevano da contraltare a chi predicava prudenza, oggi appaiono una avventata e superficiale fuga in avanti.
E già perché i due emendamenti che sedevano nel disegno di legge di conversione del DL 95 del 30.6.2025, (presupposto necessario alla futura legge di cui abbiamo parlato qualche rigo sopra) perché, in attesa dei tempi di approvazione della detta legge, avrebbero prorogato la soppressione dei tribunali oggi stabilita al 31.12.2025, sono stati bocciati dalla commissione parlamentare competente.
Hurrà
Ma che pastrocchio è questo.
I dubbi al momento, nel silenzio dei capi della destra, sono tanti.
Uno fra tutti quello sollevato molto spesso anche dalle nostre colonne.
Un salvataggio solo dei tribunali abruzzesi sarebbe stato ben digerito dai tanti parlamentari, anche di destra, che rappresentano territori di altre regioni che hanno subito anche loro la soppressione del loro tribunale?
Pare di no.
E se la bagarre si è scatenata già solo per la proroga figuriamoci cosa succederà quando dovranno esaminare il testo della legge.
Altre ipotesi su questa bocciatura non le vediamo perché, seppur fosse dabbenaggine, distrazione, incuria, di chi propone una cosa e poi non la segue, non si assicura che abbia il consenso o, peggio ancora, non abbia articolato a dovere il testo da approvare, sarebbe peggio ancora, molto peggio.
Toppe a colori?
Non so, poi magari verrà fuori che la notizia è infondata.
Magari. Felici di fare emenda e ammenda.
Ma se tanto mi dà tanto, siamo in pericolo.
Forte anzi fortissimo.