Nel mondo del calcio si scrive “esonerato” in quello della politica si scrive “revocato” ma in entrambi i casi si legge “cacciato”.
“Insieme a te non ci sto più”.
Caterina Caselli lo aveva cantato, sulla musica del grande Paolo Conte, ma è il thema musicale di questi ultimi giorni nel grande film della politica sulmonese (grande?).
Evidentemente, come si sospettava, i comunicati degli ultimi giorni erano idranti sfiatati su un incendio che ormai era fuori controllo.
“Non lite, ma confronto” hanno detto in molti. No vabbé, e chi ci crede.
Infatti, come nei melodrammi verdiani, finisce con la morte di qualcuno (politica ben s’intende).
Che poi si dovrà vedere chi sarà il sacrificato.
Perché, come in tutte le vicende bibliche a partire da Isacco che con la testa sul cippone si vedeva già decapitato dalla scure di Abramo, chi paga di più, spesso, è chi colpisce piuttosto del colpito.
Perché una domanda ce la dobbiamo fare?
E ora?
La vicenda rimbalza nelle strade della città da Corso Ovidio al più lontano dei vicoletti.
E ovunque c’è un crocicchio di “politologi” de noantri che fanno previsioni.
Il festival nazionale dei parolai.
Il mentore di Pantaleo una tagliata di faccia l’ha ricevuta perché, anche se fosse concordata come dicono in molti, agli occhi del popolo lo sfregio rimane anche e soprattutto per i modi.
Ma Andrews non ama le cose a caldo. Neanche la vendetta.
E se deciderà di fargliela pagare sarà un barbecue lento, brace bassa e qualche mese per la cottura.
Certo il clima festaiolo e unanimista delle feste post-elettorali è andato a farsi fottere e al comune di Sulmona tutto spira tranne che la brezza dell’armonia e dell’unità di intenti.
È quello che ci voleva.
E siamo solo a 5 mesi.
Auguri!