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Sulmona, ti meriti amore. Non solo sguardi

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di Catia Puglielli.

 

Ci sono strade che ogni giorno percorriamo come se fossero obblighi, ma che in realtà sono testimoni silenziosi delle nostre vite. Ci sono buche – piccole ferite dell’asfalto – che ci rallentano, ci scuotono, ci ricordano che c’è ancora tanto da fare.

Ma forse, quelle buche sono come un tarlo nel cuore, un invito costante a non abituarci al disordine, a non voltare le spalle al degrado, a non pensare che “è sempre stato così”.

Prendersi cura di una città – anche solo chiudendo una buca – è un atto d’amore. È dire a ogni cittadino: “Tu conti. Io ti vedo. Io mi prendo cura di te”.

In un tempo in cui ci siamo quasi arresi all’idea che le cose non funzionano, dove il senso della collettività sembra svanire sotto il peso dell’indifferenza, abbiamo un bisogno urgente di gesti piccoli ma veri, di quelle attenzioni che si chiamano manutenzione, decoro, sicurezza.

Sulmona non è solo pietra antica, non è solo storia da fotografare o eventi da celebrare.

Sulmona è viva, è fatta di persone, di anziani che camminano con passo lento, di bambini che corrono con fiducia, di famiglie che sognano un futuro migliore.

Non guardiamo alla città come a una “scatola rotta da riparare”, ma come a un organismo vivente fatto di volti, sogni, mani, battiti.

Prendersi cura di Sulmona è prendersi cura gli uni degli altri. È spiritualità civile. È una forma d’amore concreta, che parla più delle parole.

Che ogni angolo sistemato, ogni pericolo tolto, ogni attenzione donata, sia una carezza al cuore di chi la vive.

Perché amare davvero una città significa non smettere mai di crederci.

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