Riceviamo e pubblichiamo.
Scuola di alta formazione per la Pubblica Amministrazione. Dal Comune ancora e solo promesse. Replica dei Consiglieri comunali Gianni Padovani, Enrico Verini, Elia Serpetti, Massimo Scimia e Emanuela Iorio al comunicato stampa del Comune
Dopo 15 mesi di oblio l’Amministrazione “batte un colpo” – e soltanto dopo la nostra Interrogazione – sui clamorosi ritardi nell’attuazione della “Scuola di alta formazione per la Pubblica Amministrazione”, progetto del lontano 2021 e finanziato dal Governo con ben €20mln nel 2023. Un progetto, ricordiamolo, che deve concludersi entro il 2026 con l’avviamento della Scuola e delle attività didattiche in una sede idonea. A poco più di un anno dalla rendicontazione dell’iniziativa, l’Amministrazione produce ancora e soltanto promesse, chiacchiere tanto enfatiche quanto vuote di contenuto. Le fanfare della comunicazione del Sindaco ci fanno sapere che è “stato approvato lo schema del protocollo d’intesa” (addirittura!!!) e “successivamente alla sottoscrizione del protocollo d’intesa, sarà costituito il comitato di coordinamento che avrà il compito di rilevare i fabbisogni formativi, rispetto ai quali verranno individuati il programma annuale delle attività e i corsi da svolgere”. La sede non c’è, ma non dobbiamo preoccuparci perché “sarà a breve individuata”. Insomma a pochi mesi dalla data di conclusione del Progetto, siamo ancora a “zero-virgola-zero”, ai protocolli di intesa, ai comitati di coordinamento ed alla “sede-che-non-c’è”. Tutto questo però è sufficiente per affermare, da parte del Sindaco, che “con la sottoscrizione del protocollo d’intesa (ovvero con le chiacchiere, ndr) la nostra città si conferma protagonista ai massimi livelli istituzionali della vita culturale e formativa della Nazione”. Per dirla con Flaiano, al Comune dell’Aquila “c’è qualcuno che continua a spostare la soglia del ridicolo”. A fronte di una tale comunicazione vuota, se non fosse tragica ed emblematica dello stato in cui è ridotto il Comune, chiediamo ed osserviamo: Per quale motivo non è stato pubblicato, chiacchiere a parte, il previsto “Avviso pubblico” per il reperimento della sede del polo formativo e l’avviamento delle attività didattiche. Con quali azioni concrete il Comune, soggetto attuatore, pensa di poter colmare l’incredibile ritardo accumulato nella realizzazione del progetto e come pensa di poter scongiurare il rischio di perdere €20mln già disponibili, dato che il 31.12.2026 è il termine di ultimazione dell’intervento. Si recupera il ritardo con i protocolli di intesa ed i comitati ordinatori? Per quale motivo non esista un cronoprogramma dell’intervento, pubblico e condiviso con il Consiglio comunale, un cronoprogramma che secondo la Convenzione sottoscritta dalle parti (Comune, Univaq e SNA) sarebbe dovuto essere pubblicato più di un anno orsono e del quale, invece, nulla è dato sapere? Perché non sono stati resi pubblici i “programmi operativi” che, entro 60 giorni dalla sottoscrizione della convenzione, sarebbe stato obbligo del Comune produrre come soggetto attuatore? Il progetto è molto complesso ed un progetto di tale complessità richiede certamente una sede ma pure strutture didattiche, il reperimento e la contrattualizzazione di personale docente e supporto addetto all’amministrazione, ai supporti didattici, alla logistica, ai sistemi informativi, ecc. ecc. I tempi dettati dalla Convenzione non sono stati rispettati ed il Comune ora deve fare una corsa contro il tempo per non perdere le risorse. Si rischia di perdere l’ennesima occasione. La Scuola è un “valore aggiunto” per L’Aquila perché porterà in Città centinaia di dirigenti e perché valorizza la nostra vocazione alla formazione specialistica, con la presenza sul territorio di importanti realtà come Univaq e GSSI. Ma non è con la retorica comunicativa che si fa la Scuola e se ogni comunicato stampa del Comune fosse un mattone, ormai di scuole ne avremmo almeno tre. Noi riteniamo che i cittadini abbiano diritto di sapere come stanno veramente le cose ed attendiamo una risposta vera, concreta e credibile alla nostra Interrogazione nella sede propria del Consiglio comunale e non, come usa fare il Comune, a mezzo stampa encomiastica ed autocelebrativa.