Rapporto Eurispes, la posizione della Uil

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Uil Abruzzo interviene sul rapporto EURISPES ed esprime forte preoccupazione rispetto ai dati analizzati sull’indice di esclusione del territorio abruzzese. I temi sono: diritto al lavoro, esclusione economica, esclusione dei diritti sociali, esclusione dai servizi, diritto alla salute, esclusione educativa, ambito dei diritti trasversali (dimensioni ambientali- sicurezza-funzionamento istituzionale). 

“Nell’analisi Eurispes – spiegano il segretario generale Uil Abruzzo Michele Lombardo e Massimo Longaretti in qualità di componente della segreteria regionale – si evince come le disuguaglianze non riguardano solo parti di territori, ma abbracciano intere    regioni. Chiaramente permangono differenze sostanziali tra Nord e Sud del Paese che non sono solo ritardi ma vere e proprie esclusioni strutturali che negano alle persone l’accesso ai diritti fondamentali. Le situazioni di disagio, analizzate nel rapporto, investono simultaneamente: mercato del lavoro, sistema economico, coesione sociale, accesso ai servizi e opportunità culturali. Elementi che posizionano stabilmente l’Abruzzo tra le regioni del Sud Italia con maggiori difficoltà”.

“Le strategie finora adottate – aggiungono – sono state spesso caratterizzate da una logica emergenziale, frammentata e talvolta meramente redistributiva, priva di una visione sistemica, capace di attivare meccanismi virtuosi partendo dalla valorizzazione del capitale umano. Riteniamo che la creazione di una Zes unica e l’utilizzo di fondi europei, se non sono attinenti alla specificità del territorio, prive di uno studio sistemico serio e senza tavoli aperti che comprendano tutti gli attori economici e sociali della regione, continuerà a non avere effetti benefici decisivi. Se non si inverte la rotta questo continuerà a produrre effetti negativi anche sulle future generazioni. Il responso delle tabelle Eurispes è implacabile. L’Abruzzo si posiziona all’ottavo posto nella classifica di esclusione, con un valore medio-alto e con un indice di esclusione pari a 101,8. La situazione è preoccupante sul tema dell’esclusione del diritto al lavoro, che è la forma più grave di marginalità sociale. In questa classifica l’Abruzzo è all’ottavo posto tra le “regioni canaglie” e registra forti ritardi con un indice di esclusione medio-alto di 102,5. Tutto ciò si manifesta con il ricorso al part-time involontario, irregolarità occupazionale e tassi alti di disoccupazione giovanile. A tal proposito urge sottolineare la fuga dei giovani laureati abruzzesi che segnano il passo, con un dato importante pari al 17,7 di punto (dati 2023), verso altre regioni italiane”.

 “Altro tema sensibile è l’esclusione economica che costituisce una delle forme più profonde e sistemiche di diseguaglianza sostanziale – dicono Lombardo e Longaretti – poiché incide direttamente sulla possibilità per le persone di condurre un’esistenza libera e dignitosa e di partecipare attivamente alla vita collettiva. L’analisi indica una forte penalizzazione delle aree del Mezzogiorno, mostrando livelli più elevati di vulnerabilità su quasi tutte le dimensioni esaminate: dal reddito medio disponibile, alla grave deprivazione materiale e sociale, fino al rischio di povertà e alla difficoltà di accesso al credito. In questo contesto l’Abruzzo è al quinto posto con un valore alto di esclusione ed un indice pari a 105,8. L’inclusione sociale rappresenta una delle aree più complesse e trasversali su cui si misura la reale capacità di un territorio di garantire coesione, partecipazione e appartenenza al territorio stesso. Il panorama è più critico, si osserva anche in questo caso nelle regioni meridionali, che occupano interamente la fascia di esclusione alta e medio-alta. In queste aree, l’assenza di opportunità di incontro e la carenza di attività culturali si somma a una minore dotazione di capitale associativo. La condizione di marginalità è poi ulteriormente accentuata dall’insufficiente rappresentanza femminile nelle istituzioni locali. Non è un caso che nei territori privi di offerta di spettacolo, intrattenimento e sport si registra la massima disuguaglianza nazionale. Nel complesso in questo ambito emergono linee di frattura: quella già evidenziata anche negli altri indicatori di carattere geografico che contrappone il Centro-Nord al Sud e quella che separa i centri urbani dalle aree periferiche. Anche in questo contesto la nostra regione spicca per l’esclusione sociale, siamo all’ottavo posto con un livello medio-alto e con un valore di indice di esclusione di 101,4. Non va meglio per l’accesso universale ai servizi pubblici. L’accesso equo a tali servizi rappresenta una delle condizioni fondamentali per la realizzazione dei diritti sociali, la piena partecipazione dei cittadini alla vita collettiva e il superamento delle disuguaglianze territoriali. Anche l’indice di esclusione dei servizi penalizza le regioni del Sud Italia e l’Abruzzo resta in questo contesto sempre più regione del Sud, con un grado di esclusione medio-alto attestandosi al nono posto nella classifica, con un indice di esclusione di 101,3”.

 “Altra grave forma di discriminazione sociale – spiegano – è l’esclusione dal diritto alla salute che rappresenta una delle forme più preoccupanti, in quanto incide direttamente sulla qualità e sull’aspettativa di vita delle persone, condizionando la loro capacità di realizzarsi pienamente in tutti gli ambiti dell’esistenza. In questa classifica, le differenze tra Nord e Sud si fanno meno evidenti, infatti non tutte le regioni del Nord spiccano per virtuosità. In questo caso l’Abruzzo inverte la rotta in senso positivo, avvicinandosi alle regioni più virtuose, classificandosi nella fascia di esclusione medio-bassa e posizionandosi al dodicesimo posto, con un valore di indice di esclusione pari al 99,1. L’Abruzzo così emerge come l’unica regione meridionale che riesce a collocarsi al di fuori delle fasce più critiche.  Tuttavia permangono  gravi problematiche che la sanità abruzzese deve fronteggiare. Una rondine non fa primavera e con coraggio dobbiamo lavorare insieme sul grande tema della ristrutturazione della sanità regionale, delle liste d’attesa e sulle case di comunità”

 “Altro tema fondamentale sono i diritti trasversali – concludono Michele Lombardo e Massimo Longaretti – composti da 21 indicatori, che integra dimensioni ambientali, di sicurezza e di funzionamento istituzionale. In questo contesto, la mappa dei diritti trasversali mostra che la realizzazione di un modello di sviluppo che tenga insieme crescita economica, sostenibilità ambientale, sicurezza sociale ed efficienza istituzionale, è una delle sfide più complesse per garantire la piena cittadinanza. L’ Abruzzo anche qui segna il passo in senso negativo, nel contesto urbano metropolitano emergono criticità come i livelli più alti di delittuosità e di percezione di degrado. Infatti la nostra regione si trova nel tasso di esclusione medio alto posizionandosi all’ottavo  posto, con un indice di esclusione pari a 101,4. La Uil Abruzzo ribadisce il proprio impegno e la propria disponibilità ad un confronto vero sui temi per superare le tante criticità che attanagliano la nostra terra”.

 

 

 

 

 

Ufficio stampa

Uil Abruzzo

Barbara Del Fallo

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