L’avevamo già scritto nel precedente editoriale. Lo scontro in Forza Italia sulla indicazione dell’assessore, che si è succeduto in più puntate cominciate con la indicazione da parte dei due consiglieri dell’architetto Gaetano Pagone, non c’entra nulla con il profilo del candidato, con le sue professionalità e le sue competenze.
Fermi tutti. Che Pagone sia una persona di una validità assoluta nessuno lo nega anzi noi l’affermiamo con forza.
Ma non è quello il punto.
La questione è che la prova di forza dei due consiglieri punta alla leadership del partito a Sulmona.
Punta a vincere la sfida con Antonietta La Porta cui la candidata Federica La Porta è, se non espressione, fortemente legata.
Il risultato è che sono andati su tutte le furie sia il segretario regionale Nazario Pagano che quello provinciale Gabriele De Angelis.
Quest’ultimo è chiamato a prendere in mano le redini delle operazioni e a reprimere l’ammutinamento.
Pare infatti che il direttivo della sezione sulmonese degli azzurri, guidato da Fusco, si fosse espresso diversamente e che i due consiglieri, indicando Pagone, abbiano smaccatamente disobbedito.
La sensazione è che si sta tenendo, oggi, una resa di conti risalenti alle scorse regionali che videro la mancata elezione (e di molto) della attuale consigliere, oggi prima degli eletti degli azzurri, Luisa Taglieri.
C’è poi da chiarire il ruolo di D’Antuono che è stato sostenuto da Antonella Di Nino e, gioco forza, il ruolo dello stesso Sindaco di Pratola.
Insomma una sfida tra donne, anzi prime donne, che non sembra di facile soluzione.
Ovviamente la composizione della Giunta è in stallo e De Angelis dovrà dirimere con rapidità la vexata quaestio in vista del primo consiglio comunale fissato per sabato prossimo.
Il rischio è di passare per quelli che paralizzano l’iter per il completamento degli organi di governo della città e non certo per ragioni nobilissime.
C’è da chiedersi se i due eletti non si rendano conto che stanno traformando una loro vittoria in una bruciante sconfitta.
Ça va sans dire.