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Per la giunta lavori in corso

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E insomma per la giunta è una gran cagnara.

Un’operazione che sembrava semplice semplice, vista la solidità della vittoria e visto che tra assessori e presidenza del consiglio ci sono sei posti da ammollare, tanti da accontentare tutti.

Invece si stanno complicando le cose.

Punto primo: alcuni consiglieri eletti, specie quelli di Forza Italia, pare che rifiutino di andare in giunta.

Il motivo è la decadenza dalla carica di consigliere e il rischio conseguenziale che, al primo rimpasto di giunta, uno se ne va dritto dritto a casa.

Dalle parti azzurre volevano la presidenza del consiglio: ben pagata e non comporta la decadenza da consigliere.

Avrebbero fatto “bingo” ma lo scranno presidenziale avrebbe già una seria ipoteca, quella di Franco di Rocco, fedelissimo di Andrea Gerosolimo.

Qualche papabile porta già il talare bianco: Angelo d’Agostino, altro Gerosolimiano doc, e Luigi Santilli, (pure) che sarebbero considerati già inamovibili.

Due andranno a Fratelli d’Italia, ma non sarà Mauro Tirabassi. Resta il nodo Forzista.

Fusco rivendica il vice sindaco.

La richiesta è motivata dal fatto che attribuirebbe il Sindaco a Fratelli d’Italia e quindi, per compensazione, andando la presidenza al gruppo Gerosolimo-Scoccia, il Vice dovrebbe essere Forzista.

Ma il sindaco Tirabassi, al momento, non ha ancora indicato a quale gruppo si iscriverà, nutrendo la aspirazione di passare come autonomo e super partes.

Taglieri – D’Antuono rischiano di restare a piedi, o meglio, seduti nel banco dei consiglieri, ma il problema non è quello.

In ballo ci sarebbe la leadership della sezione azzurra di Sulmona sulla quale pare ci sia una certa non morbida contesa.

Un paio di domande ce le facciamo.

Non si parla delle Presidenze delle commissioni permanenti, quale quella dell’urbanistica o del bilancio, che un certo non indifferente ruolo decisionale lo portano.

Ma la risposta è facile, sono cariche che non comportano appannaggio e, dalle parti del nuovo consiglio, il fascino del vil denaro è molto forte.

E poi non si sa chi sarà l’assessore alla “cultura”.

La cosa ci incuriosisce perché, se si vuole andare a Palazzo San Francesco a fare politica davvero e seriamente, uno dei settori vitali è proprio quello della “cultura”.

Ma in questa fase della politica moderna, in cui l’esercizio del potere rappresenta le via primaria, si guarda ovviamente più all’urbanistica e ai lavori pubblici.

La cultura non è che sia apparsa molto e di frequente nella campagna elettorale da parte un po’ di tutti.

Eppure Sulmona, con la sua storia, con i suoi monumenti, con i suoi totem culturali a partire da Ovidio, dovrebbe arare e seminare a piene mani il campo della cultura per favorire un turismo di qualità.

Un campo che non può essere solo delle lodevoli attività già esistenti.

Tra mostre, premi, ed eventi vari il panorama è ricco, ma è solo espositivo.

Sono iniziative, cioè, nelle quali la cultura viene esposta come in una vetrina.

Il vero salto di qualità avverrà quando questa città diverrà una fucina di produzione culturale, magari con la creazione di una accademia, magari allocata in un ramo della abbazia celestiniana, dove ospitare giovani da ogni parte che vengano a imparare le arti, dalla letteratura alle arti figurative, dalla musica alla recitazione, dal teatro al cinema, alla fotografia e chi più ne ha più ne metta.

Caspita, con la filiera Giuli – Santangelo si potrebbero fare cose grandiose solo a pensarle e immaginarle.

Ma ci sa tanto che nel mondo della destra sia un comparto non molto masticato.

Quello da masticare è anche il criterio delle capacità politiche per ogni assessorato.

Anche sotto quest’ottica aspettiamo fiduciosi.

O forse no.  

 

  • Nato nel 1956, studi classici e poi laurea in giurisprudenza, oggi è avvocato nella sua città, patria di Ovidio e Capograssi: Sulmona. Da bambino, al seguito del padre ingegnere, ha vissuto, dall’età di 6 sino ai 12 anni, in Africa, tra Senegal, Congo, Ruanda, Burundi, rimanendo anche coinvolto nelle drammatiche vicende della rivolta del Kivu del 1967. Da pochissimi anni ha iniziato a cimentarsi nell’arte della letteratura e ha già pubblicato tre romanzi: “La Foglia d’autunno”, “L’ombra dell’ultimo manto” e "Virgilia". Quest'ultimo vincitore del premio letterario internazionale Ovidio edizione del 2024. Giornalista pubblicista è anche opinionista del Riformista, di Mondoperaio e del Nuovo Giornale Nazionale e vice direttore de "La Giustizia".

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