Quello che temevamo sta succedendo, quando sia il decreto legge (che proroga la vita dei tribunali abruzzesi) sia il disegno di legge del governo (che determinerà la loro salvezza definitiva) ancora cominciano il loro iter parlamentare.
Si temeva infatti un assalto alla diligenza da parte dei rappresentanti politici degli altri territori spogliati dei loro presidi giudiziari che avrebbero potuto ingolfare il percorso destinato ai 4 tribunali dell’Abruzzo meridionale.
Quello che metaforicamente chiamiamo assalto è cominciato con Chiavari il cui sindaco, Federico Messuti, sarà a Roma il 24 settembre per valutare le possibilità di riapertura del loro tribunale sulla scorta, ovviamente, di quel che succederà per l’Abruzzo.
“Ringrazio il ministro Nordio per aver fissato l’incontro in tempi rapidi”, ha dichiarato il sindaco Messuti, “sarà l’occasione per capire se vi siano o meno elementi concreti per rivedere una decisione che, seppur motivata da ragioni organizzative, ha avuto un forte impatto sul nostro territorio. La riapertura del Tribunale sarebbe un risultato importante per garantire una maggiore accessibilità alla giustizia da parte dei cittadini e dei professionisti del Tigullio”.
Ben più aggressivo il Sindaco di Lucera.
“Il Governo ha deciso che il Tribunale di Lucera non ha né l’utilità né la dignità che invece la nostra comunità gli riconosce”. Con queste parole, il sindaco di Lucera, Giuseppe Pitta, esprime tutta la sua amarezza e indignazione dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri dello schema di disegno di legge sulla geografia giudiziaria, che esclude la riapertura del presidio giudiziario della cittadina dauna.
“Il provvedimento prevede” ha aggiunto il Sindaco, “tra le altre misure, l’apertura del nuovo Tribunale della Pedemontana Veneta e la salvaguardia di quelli abruzzesi di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, oltre alle sezioni distaccate insulari di Ischia, Lipari e Portoferraio. Nessun cenno, però, alla struttura foggiana, unico tribunale pugliese soppresso, nonostante anni di richieste, incontri e dichiarazioni di intenti da parte delle istituzioni locali”.
“Le nostre istanze sono rimaste lettera morta”, ha concluso Pitta, “abbiamo lavorato con responsabilità e concretezza per farci trovare pronti alla tanto sognata riapertura, a differenza di altri territori che, forse, godono di ‘santi’ più influenti a Roma”.
Insomma alla apertura dei lavori parlamentari sarà bagarre.
Evviva!