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Passerà la nottata

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di Elipis.

La Dottrina sociale della Chiesa non contrasta la democrazia ma nemmeno la battezza, la sua chiave di lettura è che la democrazia sia solo un metodo per governare, ma che non sia il fondamento della vita sociale. Il baricentro su cui poggia la democrazia è fuori della democrazia, essa sta in piedi per i suoi fini e i suoi contenuti non per i suoi metodi.

Sulmona, una Città di 23.000 mila abitanti per la quale, probabilmente, si recherà in cabina elettorale il 60 per cento degli aventi diritto. Il candidato sindaco vincente -semmai accadrà al primo turno- sarà eletto a superando solo di qualche decimale la metà dei voti espressi. Quindi quel candidato diventerà sindaco con poco più del 30 per cento dei voti dei suoi cittadini: un altro trenta per cento gli sarà avverso, un altro trenta per cento gli sarà quantomeno indifferente, il 10 per cento è composto di incomprensibili atei della cabina (alleati per quorum del vincente che magari disprezzano!).

Diversamente, se si andasse al ballottaggio, gli elettori scenderanno inesorabilmente a circa il 50 per cento di quelli mobilitati del primo turno, (l’interesse al successo sarà solo del candidato sindaco e dei consiglieri eletti in caso di vittoria!) per cui il sindaco eletto, avrà voti da poco più del 15 per cento dei suoi cittadini: il Sindaco, quindi, godrà dell’assurda alchimia metodologica democratica di avere in pancia più cittadini contrari che cittadini a favore (e non mi addentro né in previsione nè in proiezioni sul voto disgiunto che è il patema dei candidati sindaco e la disgrazia dell’eletto!!!!!

Anche solo dal punto di vista della rappresentanza, è evidente che la cosa non regge. Anche ammettendo che sia il voto a legittimare il potere governativo, in questo caso il voto non legittima nulla perché rimane di grande minoranza. Quel sindaco è tale, per un insieme di regole che sembrano democratiche ma che non lo sono.

Sto assistendo alla campagna elettorale, anch’essa costruita su alchimie mediatiche.

A sostegno dei candidati stuoli di liste con programmi nebulosi ed interstellari per lo più composte da persone che, per mia conoscenza diretta, non hanno nemmeno idea di dove sia l’aula consiliare.

Dietro le liste civiche, poi, non si sa mai realmente cosa e chi ci sia: sono cordate di appoggio ad un candidato, ma senza motivazioni programmatiche chiare nell’interesse della Città.

I simboli dei partiti -che almeno dovrebbero indicare all’elettore una qualche storia e un minimo di coerenza ed identità politica- sono affastellate da riciclati, indipendenti e riempitivi….ma sotto il simbolo nulla: per lo più sono concatenazioni di clientele locali che fanno da contorno al candidato sindaco con un effetto fumogeno sulle sue vere idee; liste costruite per lanciare in consiglio un amico/sodale ma non perché su egli/ella riposi una elaborazione politico amministrativa coerente al simbolo: solo per potersi contare e contrabbandare un assessorato in fase di formazione di Giunta.

Stendo un velo pietoso,poi,  sul voto di genere che vede tante donne in lista per portare voti al Maschio Alfa e maschietti rastrellatori di voti per l’ape regina dispensatrice di pappa reale.

 

I volantini, i pieghevoli con i programmi, i camion-vela (perlopiù pericolosamente parcheggiati agli incroci stradali) con i grandi manifesti annunciano slogan generici:” FIDATI DI ME” sconoscendo che la Fiducia è un dono per chi ne beneficia e un’opportunità per chi la conferisce. Non si può comprare, né pretendere. Per maneggiarla sono indispensabili generosità, coraggio, coerenza e rispetto, soprattutto in tempi come questi. Ormai si ha paura di tutto e di tutti e pochi sono capaci di mantenere la parola data; “PER SVEGLIARSI E SOGNARE INSIEME” in cui l concetto terminale, il sogno, si indirizza ai desideri come canale per comunicare con gli elettori con una sorta di pubblicità subliminale che si insinua nella sfera più intima, ossia i sogni. Questo “marketing onirico“, mira a influenzare il comportamento dei consumatori attraverso l’uso di immagini, simboli e messaggi che vengono percepiti inconsciamente durante il sonno… ma, ahimè, questo sonno sognante diviene sonnambulo con l’invito a svegliarsi permanendo nel sogno; “METAMORFOSI” evocando le ovidiane memorie ma senza dire questa  trasformazione di Essere, da chi (cosa)? in cosa (chi)? sia sostanziata. Sconoscendo che la metamorfosi , è travisamento tipico di racconti mitologici o di fantasia (Ovidio, Apuleio, Nicandro di Colofone, Franz Kafka, ….) e che nella realtà è fenomeno della zoologia, rappresenta l’insieme dei cambiamenti morfologici e fisiologici,  tipici di alcuni pesci (anguilla), degli anfibî e di molti invertebrati. LA POLITICA CHE ASCOLTA” senza coscienza che il nemico dell’ascolto è la distrazione proveniente da un’interferenza, da un disturbo o da un rumore. Alcune volte siamo convinti di ascoltare ma di fatto non lo stiamo facendo perché siamo distratti da altro, anche da noi stessi, non facendo tacere il nostro dialogo interiore: ascoltare gli altri significa anche distrarsi da noi stessi, concentrarci esclusivamente nell’accogliere ciò che ci viene comunicato, evitare di pensare di aver già capito o, invece di ascoltare, ragionare solo su ciò che vogliamo dire subito dopo.

Credo che siamo arrivati alla fase nella fase dell’ascolto passivo collettivo o in quella che potremmo definire una deriva dall’ascolto interessato individuale che ci porta inevitabilmente verso il sentire o quel tipo di ascolto scarsamente utile, ben lontano dai benefici che entrambi, noi e il nostro interlocutore, vorremmo ricevere il che può rendere la conversazione un esercizio vicino al sentire.

Poi ho letto i programmi: elenchi (alcuni parziali, altri molto parziali !!!) dei noti ed annosi problemi territoriali ed urbani, assenti di minime ed indispensabili indicazioni per le strategie solutive né tantomeno contenenti formulazioni tattiche di campo per garantire attenzione e pianificazione di supporto alle soluzioni.

Senza anima ed assenti di spirito; assenti di proiezione e senza di stimoli; senza modelli ed assenti metodo; assenti di coraggio e senza audacia; senza amore ed assenti di pathos. In particolare, quello del Centrodestra -che ha il vantaggio di godere del lobbismo con il Governo Nazionale e dell’Autorità Regionale, nella cui area pesano tre consiglieri regionali territoriali e si conta una moltitudine di supporters assisi nell’Emiciclo, che ha l’appoggio di Senatori ed Onorevoli Parlamentari- brilla per mediocrità, pochezza e si è astratto anche dai meri strumenti propositivi per adeguate e congrue soluzioni che, invece, dovrebbe governare.

In questo modo capita la popolazione sulmonese affidi l’amministrazione ad un gruppo elettorale di minoranza senza sapere perché. Il voto democratico risulta immotivato: i candidati non esplicitano i motivi per i quali vogliono il voto e gli elettori non hanno motivi che vadano al di là di una epidermica opinione o di un minuscolo interesse privato e/o familiare. Questa democrazia segnala il proprio vuoto: un popolo mette nelle mani di un certo gruppo dirigente questioni di fondo senza nemmeno sapere il perché.

Davanti a questo quadro, se fossi elettore di Sulmona, al più presto, il prossimo 25 maggio (26 è la festa di San Filippo Neri a cui ognuno dovrebbe dare devozione e preghiera per cui non voglio far mancare le mia festosità cristiana) mi alzerei di buonora, sceglierei un rispettoso abito, indosserei camicia, gemelli e cravatta, prenderei la tessera elettorale e mi avvierei fiero e consapevole al seggio, dove al sulla scheda che mi verrebbe consegnata, scriverei “In memoria di Giuseppe Capograssi”.

Chiusa e deposta nell’urna la sceda, andrei soddisfatto a sedermi al bar per prendere un caffè… tant’ ha a da passà ‘a nuttata.

 

 

ELIPIS

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