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Le elezioni a Sulmona del 1970. L’arrivo della Fiat e la crisi ACE

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Di Andrea Ramunno

Le elezioni comunali del 1970 si tengono in un momento di ripresa economica, dove i primi segnali di benessere e crescita urbana iniziano ad avere stabilità. Sulmona vede ridurre l’emigrazione grazie alle maggiori possibilità lavorative che offre.

La consultazione elettorale segna la ripresa della Democrazia Cristiana, che torna a crescere dopo la flessione del 1965. Il Partito Socialista Italiano ottiene un ottimo risultato, tornando ai livelli del 1957 con oltre 2.200 voti. L’aggregazione tra PCI e PSIUP si mantiene stabile con 4 consiglieri, mentre i liberali subiscono una pesante sconfitta, perdendo 4 seggi rispetto alla precedente tornata. Rientra in aula anche il Movimento Sociale Italiano, che ottiene 2 consiglieri.

Il nuovo Consiglio Comunale è composto in larga parte da nuovi consiglieri, come sottolinea anche il sindaco uscente Paolo Di Bartolomeo nel suo intervento di convalida1.

Consiglieri eletti nel 1970:

Salvatore Pantaleo

DC

Ilio Di Iorio

DC

Paolo Di Iorio

DC

Paolo Di Bartolomeo

DC

Lorenzo Leopardi

DC

Guido Santarelli

DC

Franco La Civita

DC

Lando Sciuba

DC

Alfonso De Deo

DC

Pasquale Speranza

DC

Costantino Vagnozzi

DC

Andrea Iannamorelli

DC

Bianchino Ranalli
(subentra Armando Sinibaldi)

DC

Cesidio D’Aurelio

DC

Mario Manfroni

DC

Giovanni Autiero

PLI

Franco Balassone
(subentra Panfilo Pantaleo)

PSI

Michele Celidonio

PSI

Bruno Di Masci

PSI

Paolo Pizzola

PSI

Domenico Taglieri

PSI

Antonio Trotta

PSI

Giuseppe D’Antino

PSDI

Giovanni Presutti

PSDI

Italo Fallavollita

MSI

Feliciano Ferri
(subentra Ezio Mancini)

MSI

Carlo Autiero

PCI

Vincenzo Pistilli

PCI

Gino Morbiducci

PCI

Claudio Di Girolamo

PCI

Sarà sindaco Paolo Di Bartolomeo della Democrazia Cristiana. Insieme a lui saranno componenti della giunta gli assessori Alfonso De Deo, Armando Sinibaldi, Lorenzo Leopardi, Mario Manfroni, Cesidio D’Aurelio, Salvatore Pantaleo.

Una città in piena trasformazione industriale

In questi anni si pongono le basi dello sviluppo industriale di Sulmona. Nasce il Consorzio per il Nucleo Industriale (di cui sarà direttore Franco Iezzi) che avvia i contatti per ospitare nuovi insediamenti produttivi.

Tra questi, l’evento più rilevante è senza dubbio l’arrivo della FIAT. Il 14 febbraio 1971 viene firmata la convenzione tra la Fiat e il Consorzio per il Nucleo Industriale, alla presenza di Umberto Agnelli, del sindaco Paolo Di Bartolomeo, del ministro Lorenzo Natali e del parlamentare Natalino Di Giannantonio.

Lo stabilimento, che entrerà in funzione nel 1972, si estende su 200 mila metri quadrati e impiega inizialmente 1.200 addetti, con prospettive di ulteriore espansione.

Foto: Centro Storico Fiat

La fabbrica produrrà componenti meccanici destinati a tutte le autovetture del gruppo Fiat, segnando l’ingresso di Sulmona nella grande industria nazionale.

Di seguito un estratto dall’archivio storico del quotidiano La Stampa del 14 Febbraio 1971:

Uno stabilimento Fiat a Sulmona Ieri la firma della convenzione

Sulmona, 14 febbraio 1971- Grande giornata per la Valle Peligna ed il suo capoluogo Sulmona, la patria del poeta Ovidio e di Celestino V.

Con una solenne cerimonia alla quale hanno partecipato le maggiori autorità della provincia dell’Aquila ed i sindaci degli altri capoluoghi abruzzesi è stata firmata questo pomeriggio la convenzione tra la Fiat ed il Consorzio per il Nucleo Industriale di Sulmona. Il documento reca la firma di Umberto Agnelli Amministatore delegato della Casa Torinese, del sindaco della città e del Presidente del Consorzio Industriale, dei due testimoni il Ministro per l’Agricoltura Lorenzo Natali ed il parlamentare locale Natalino Di Giannantonio. In un breve indirizzo di saluto lo stesso Di Bartolomeo ha sottolineato l’importanza del nuovo insediamento per la città e la zona circostante esso segna l’avvio dell’industrializzazione vera e propria, favorisce la vera occupazione e il sorgere di piccole aziende industriali e artigianali in un’area di notevole ampiezza che dovrebbe bloccare definitivamente la tendenza all’emigrazione. […]

La mano d’opera sarà preparata professionalmente prima nei centri d’addestramento del sud e poi a Torino ( con soggiorni variabili minimo da un mese fino ad un massimo di sei). Lo stabilimento entrerà in funzione gradualmente tra poco piu’ di un anno

Una nota ottimistica è stata fornita alla fine dal Ministro Natali. Egli ha fornito assicurazioni particolarmente precise circa il finanziamento di 15 miliardi da parte dell’ANAS per la costruzione del raccordo autostradale Avezzano-Sulmona. […] Arturo Barone

 

Abbiamo visto come alla fine degli anni ’60 la crescita dello stabilimento ACE (Adriatica Componenti Elettronici), filiale della Siemens, che arrivò ad impiegare 1.200 operai. Proprio la ACE sarà al centro di uno dei momenti più tesi della storia cittadina.

Lo sciopero del 1971 e la mobilitazione popolare

Nell’aprile del 1971, l’annuncio di cassa integrazione a zero ore per circa 500 lavoratori (in gran parte donne) del reparto condensatori della ACE scatena l’occupazione dello stabilimento e una forte mobilitazione popolare.

Dal quotidiano “L’Unità” del 23 Aprile 1971

La città di Sulmona e l’intera Valle Peligna si stringono attorno agli operai: si svolge uno sciopero generale, gli studenti disertano le scuole per unirsi al presidio, commercianti e cittadini raccolgono fondi e beni di prima necessità.

Il timore è quello della smobilitazione: la Siemens ha già ammortizzato l’investimento iniziale, i vantaggi fiscali decennali stanno scadendo, e le voci di una possibile delocalizzazione all’estero si fanno insistenti2.

La vertenza dell’ACE diventa simbolo di una coscienza sindacale crescente, dell’urgenza di una politica industriale e della necessità di uno sviluppo più equilibrato del territorio. Dibattiti ancora attuali.

Crescita urbana e dibattito politico

Nel frattempo, la popolazione residente cresce, si rafforza la coscienza civile e sindacale e iniziano a farsi largo nuove generazioni di amministratori e militanti politici. Il referendum sul divorzio del 1974 e le battaglie per i diritti sociali sono espressione di un clima vivace e partecipe.

Si istituiscono le Comunità Montane, ma quella Peligna resta bloccata per tre anni a causa dei contrasti interni alla DC. Anche in Consiglio Comunale le tensioni non mancano: la riedizione del centro-sinistra incontra difficoltà, e uno dei temi più accesi è la discussione sulla Variante Specifica al Piano Regolatore, che provoca duri scontri sia tra le forze politiche che all’interno degli stessi partiti.

La Democrazia Cristiana, nel frattempo, si avvia verso una crisi profonda, che porterà alla sua frammentazione e alla nascita del movimento Democrazia Popolare, formato dai giovani dissidenti che romperanno con la dirigenza ufficiale.

Il Sulmona Calcio in serie D

Nel 1970, lo sport locale vive un bel momento: il Sulmona Calcio viene promosso in Serie D, dove resterà fino al 1977.

Il quinquennio che si apre con le elezioni del 1970 sarà importante per Sulmona che diventa una città moderna e industriale, riacquistando un ruolo importante a livello regionale.

Inizia il periodo di maggior splendore per la città che durerà per più di un ventennio.

Gli altri articoli sulle elezioni di sulmona possono essere consultati qui:

Archivio elezioni sulmona

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