Comunicato stampa dei consiglieri comunali Gianni Padovani e Enrico Verini.
Richiesta al Prefetto dell’Aquila di svolgere il suo ruolo di commissario ad acta. Contestuale richiesta di provvedere alla revoca per insanabile nullità dell’atto di nomina dell’arch.Marrocco a Comandante della Polizia Locale del Comune dell’Aquila
Siamo stupefatti. Ancora una volta il Sindaco, con sconcertante e proterva disinvoltura, decide di andare allo scontro e di nominare un Comandante della Polizia Locale del tutto estraneo al Corpo. L’Amministrazione continua a giocare con il delicato tema della sicurezza urbana, a fare nomine temerarie e già ampiamente sanzionate dal giudice ed a perdere tempo. Quali scheletri l’Amministrazione nasconde negli armadi, quali sono le carte che un Comandante autonomo, non gerarchicamente dipendente dal Sindaco, non può e non deve vedere? Ah, saperlo…
Con la nomina dell’arch.Marrocco si persevera volutamente e consapevolmente nel non voler rispettare la legge nazionale che regola la materia e che susciterà, come in passato, una forte reazione ed ancora produzione di altri ricorsi, vinti in partenza, da parte degli operatori del settore.
Abbiamo quindi scritto al Prefetto ed al Presidente del TAR Abruzzo. La nomina effettuata dal Sindaco è stata resa possibile – ma tu guarda la coincidenza! – dal noto emendamento “ad personam”, votato alla chetichella dalla maggioranza Marsilio, e con il quale si scardina alla radice la normativa in materia che riconosce la peculiarità del Corpo, riservandone la direzione a soggetti appartenenti alla municipale, in autonomia organizzativa ed in possesso della competenza necessarie per esercitare funzioni rilevanti, sovente in stretta collaborazione con l’autorità giudiziaria.
Ma il diavolo fa le pentole, non i coperchi, e purtroppo per il Sindaco ancora una volta con questo decreto si è fatto un “gran pasticcio”. Nella lettera al Prefetto ed al TAR invitiamo il Prefetto a svolgere il suo ruolo di Commissario ad acta, diffidando il Sindaco a ritirare una nomina che appare insanabilmente nulla, dato che è successiva (25.9) all’insediamento del Commissario ad acta (17.9). Dal momento dell’insediamento del Commissario, gli adempimenti sostitutivi del Sindaco – ad oggi inadempiente altrimenti non si sarebbe insediato il Commissario – spettano ovviamente al Commissario stesso, ivi compresa la nomina di un Comandante pro-tempore. Il provvedimento amministrativo di nomina assunto dal Sindaco è quindi insanabilmente nullo per difetto di potere (art.21septies, L.n.241/90).
Il Prefetto deve provvedere quindi sia ad applicare le sentenze, sia ad espletare le procedure per la nomina di un Comandante interno al settore, in considerazione del fatto che il contestato emendamento regionale – che consente una nomina di personale estraneo al Corpo – sarà oggetto di discussione in sede di Camera di consiglio del TAR del 3.12.2025 ed è attualmente all’attenzione di almeno 4 procure della Repubblica, sulla base degli esposti prodotti dai sindacati nazionali del settore.
La nomina da parte del Sindaco di un dirigente estraneo al Corpo è un salto in avanti, un tentativo goffo e muscolare di forzare la situazione, un atto di prepotenza istituzionale gravemente irrispettoso delle prerogative del TAR, dato che de facto scavalca ed aggira il commissariamento oltre ad anticipare la decisione della camera di consiglio del TAR del 3 dicembre.
Riteniamo che in materia di Polizia Locale il Comune dell’Aquila abbia ormai abbondantemente superato ogni limite della decenza, come raccontano le cronache degli ultimi sette anni. E’ ora di dire basta ai trucchi ed espedienti da baraccone messi in atto dal Comune e nominare il Comandante seguendo la legge. Il Sindaco continua a fare come gli pare ma neppure Prefetto, ahimé, ha brillato per proattività sulla grottesca commedia in atto da sette anni ed è venuto il momento di agire, per tutti e nessuno escluso, le proprie responsabilità.
La Polizia Locale è il primo presidio di legalità e sicurezza per i cittadini: non può in alcun modo diventare elemento di gestione politica contingente o peggio “strumento” di un Sindaco; pertanto vanno salvaguardate quelle essenziali garanzie di autonomia, terzietà, professionalità, tutelate dalla Costituzione e dalla legge.