Una poetessa peligna al Salone del Libro di Torino: è Elisabetta Liberatore con la raccolta “Il gesto che resta”
Non è nuova ai grandi riconoscimenti, non è nuova alle pubblicazioni di prestigio, e riconferma ancora la presenza alla 37a Edizione del “𝘚𝘢𝘭𝘰𝘯𝘦 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘭𝘪𝘣𝘳𝘰 𝘥𝘪 𝘛𝘰𝘳𝘪𝘯𝘰”, la poetessa originaria di Pratola peligna, Elisabetta Liberatore.
Dal 15 al 19 maggio 2025, sarà presente in prima fila con la sua ultima raccolta “Il gesto che resta” (Albatros, 2024), tra le nuove proposte promosse ed esposte presso lo stand del Gruppo Albatros, e già disponibile in tutte le librerie, fisiche ed online. Un appuntamento importante quello di Torino, non solo per la visibilità internazionale, ma anche come affermazione personale per il riconfermato livello qualitativo della propria opera. Un appuntamento che si rinnova per l’autrice dopo la penultima silloge del 2023 e dopo i numerosissimi Premi conseguiti, dalla critica di settore, su gran parte del territorio nazionale.
E anche questa volta con “Il gesto che resta”, i versi di Elisabetta Liberatore arrivano all’animo del lettore, passando in un primo momento per la mente, che ha solo il tempo di analizzare l’ambito del discorso poetico, quello del nostro prossimo, l’altro che a volte sommariamente ci sfugge, per poi riversare sulla parte più profonda di noi: l’anima, il sentire più profondo delle cose, in grado di analizzare la fragilità interiore. Le debolezze che appartengono ad ognuno e che diventano sentire comune, proprio passando dall’indagine di una debolezza soggettiva che diviene così “denuncia” di un dramma collettivo, sociale: inquinamento globale, guerra planetaria, precarietà lavorativa, cattività in carcere, eccesso di comunicazione, senzatetto, etc. E’ come se con i suoi versi, la Liberatore analizzasse o meglio scannerizzasse l’animo umano, nel senso che ad ogni avversità è impossibile sfuggire all’attenzione che forse solo la poesia è in grado di dedicarle. E’ come se l’animo scandagliasse i propri disagi intimi con gli strumenti stessi del suo sentire, e la poesia ne è probabilmente l’utensile più affine. Anche quando poi, l’autrice usa “ermetismi”, questi non sono mai sterili o incodificabili, ma occorrono al raggiungimento di un senso più alto, sono chiavi che aprono al significato di qualcosa che va oltre la ricezione dei normali sensi.
Il ritmo dei versi, la sua metrica, diviene strumento della forma, del significato, cosa non sempre scontata in poesia, anzi, e il significato assume senso ancora più alto proprio attraverso il susseguirsi di armonia e “musicalità”: altro dettame di valore quest’ultimo che assicura alla poesia il riconoscimento della sua autenticità, come avviene col colore per la pittura. La sintesi di tutto questo si realizza infine, ancora, nel valore morale che le poesie di “Il gesto che resta” assumono, nel ribadito senso di denuncia del quale l’autrice si incarica, assumendosi il compito di far emergere la fragilità umana attraverso l’anamnesi dell’avversità riscontrata e la conseguente diagnosi. Di qui la cura per l’animo, in senso soggettivo recondito, e per la società in senso più esteso, che sola la scrittura poetica utilizzata come mezzo di mediazione riesce realizzare.
Elisabetta Liberatore, abruzzese, ha pubblicato “Dissolvenze e altri frammenti” (Albatros 2020), “Quando tutto sarà giusto” (Giovane Holden 2023), “Navigando il giorno” (Il Cuscino di Stelle 2023). È presente nell’Antologia “Letteratura 2.0. Orientamenti nella Letteratura Italiana del Terzo Millennio” (Helicon Edizioni 2021), nell’ “Antologia di Poesia Italiana, Vent’anni del Terzo Millennio” a cura di Luciano Zaniboni (Edizioni Giuseppe Laterza, 2021) e in molte altre antologie, è giurata in importanti concorsi nazionali. Pluripremiata dall’esordio (2019) con diverse centinaia di podi, (citiamo tra i molti per brevità solo lo Zingarelli, Metropoli di Torino, Arte in versi, Argentario, Città di Siena, Giovane Holden, Acqui Terme, Maddalena Morelli, Città di Mesagne e molti altri), ha ottenuto la Medaglia di Bronzo al Premio della Cultura dell’Accademia Italiana di Arte Moderna, la Menzione d’Onore al Premio Lorenzo Montano, è stata tra gli otto premiati al Concorso Mario Pannunzio nel 2019 e fra i tre premiati al XIV edizione del Festival Internazionale di Poesia Europa in Versi, presidente di Giuria il posta Milo De Angelis. Mentre si scrive, i riconoscimenti di varia entità ottenuti in kermesse nazionali e internazionali, nei cinque anni trascorsi, sono circa novecento. Le sue raccolte hanno ricevuto molti apprezzamenti tra cui il prestigioso 2° posto ottenuto dalla raccolta “Quando tutto sarà giusto” (Giovane Holden 2023) alla XVII edizione del Premio Albero Andronico. Sta lavorando a tre nuove raccolte gratuite vinte come premi podio. È stata premiata per meriti culturali tra le personalità abruzzesi che si sono distinte nei vari ambiti dal comitato scientifico del Premio D’Orazio a Chieti. Ha ricevuto il premio alla carriera per meriti acquisiti in ambito letterario e poetico alla XV edizione del Premio Nazionale Pratola, che ogni anno premia personalità di spicco a livello nazionale, tra cui, nelle passate edizioni, le scrittrici Donatella di Pietrantonio e Dacia Maraini.