Dunque con la richiesta della procedura fallimentare denominata Chapter11 si apre per la Marelli un periodo di grandi incertezze che si rifletterà inevitabilmente sui livelli occupazionali, specie quelli italiani, che stanno vivendo giorni di grande apprensione.
L’accesso al Chapter 11 dovrebbe garantire una sorta di parziale e limitata iniezione di liquidità ma destinata solo a favorire la insorgenza di nuovi acquirenti che scongiurino il fallimento.
La compagine dei creditori va da Mizuho a Deutsche Bank che sono ancora fra i principali creditori di Marelli.
La prima con un impegno di 1,6 miliardi, la seconda invece fornirà 800 milioni degli 1,1 miliardi destinati a gestire l’emergenza.
Altri creditori hanno già ceduto il debito a fondi specializzati nelle crisi: la sudcoreana Mbk, gli americani Fortress e Strategic Value Partners.
Quest’ultimo, (Svp) è divenuto il principale creditore di Marelli, rendendosi referente di altri fondi quali DB.
Potrebbe così proporsi come socio di riferimento di Marelli all’esito del Chapter 11, a meno che arrivino nel prossimo mese e mezzo offerte migliori per i creditori.
C’è una pista indiana che è rappresentata dal gruppo di componentistica Motherson (20 miliardi di ricavi) che ha già tentato un approccio e potrebbe rifarsi avanti con una proposta migliorativa per acquistare Marelli con un aumento di capitale da due miliardi.
Ma secondo altre fonti non va esclusa uno vendita frazionata, a spezzatino, con alcune divisioni che potrebbero interessare a Bosch e altre tornare a Nissan.
La situazione è insomma incerta, ma Marelli ha assicurato che la procedura non avrà impatto sulle attività produttiva né sui dipendenti: giovedì il tribunale ha dato il via libera a un prestito di 519 milioni che consentirà di far fronte agli impegni.
I sindacati italiani sono però in allarme e hanno chiesto al governo di intervenire per salvare il maggior produttore di componenti del Paese.
Non sfugge ai venti di crisi lo stabilimento di Sulmona che occupa una fetta importante nelle dinamiche del lavoro del comprensorio peligno.
Si attende di ascoltare la voce della politica locale che dovrà necessariamente fare i suoi passi per comprendere qual è la situazione e quali saranno le prospettive che potranno svilupparsi sia in chiave positiva che negativa.
Una cosa è certa: oltre alle altre emergenze del territorio quella della Marelli irrompe nella nostra agenda del territorio scrivendone una pagina che definire bollente è poco.