Comunicato stampa: Mozione della coalizione riformista per progetto “L’Aquila capitale della cultura del lavoro digitale”
La coalizione riformista, da sempre molto attenta a promuovere idee e progetti concreti per la città e molto meno interessata alla polemica politica precostituita e di parte, ha elaborato una sua proposta per l’utilizzo di una parte delle abitazioni acquisite dal Comune dell’Aquila a seguito dell’opzione della sostituzione equivalente offerta, in particolari casi, alla popolazione dopo il sisma del 2009.
In primis è stato svolto un lavoro di indagine per acquisire il dato numerico delle abitazioni passate sotto la proprietà del comune, individuando quelle ad oggi realmente disponibili e inutilizzate, scorporando il numero complessivo (457 immobili) dagli immobili dati in permuta all’Ater (53), quelli assegnati a varie associazioni e al Collegio di merito Ferrante d’Aragona (di cui non si vede la luce), quelli inagibili o in corso di ricostruzione.
L’approfondimento ci consegna il dato complessivo di 228 alloggi non ancora assegnati, di cui 161 in centro storico. Di questi, 34 sono in corso di ricostruzione, 45 ancora inagibili o da demolire, 47 quelli demoliti.
Quindi, ad oggi, in Comune dispone di 102 abitazioni già perfettamente agibili ma non ancora assegnate, totalmente inutilizzate.
Il dato rappresenta un’opportunità ma, in assenza di una strategia di utilizzo, diventa un problema; è infatti noto a tutti come un’abitazione anche nuova, se lasciata totalmente vuota e inutilizzata, va rapidamente a deteriorarsi, perdendo valore.
Altro problema non di poco conto dell’inerzia del comune è che, non occupandosi attivamente di questi immobili, si stanno creando difficoltà nei condomìni in cui essi so ubicati; la componente comunale, infatti, non viene mai rappresentata nelle assemblee utili alla ripartizione delle spese condominiali e questo stato di cose sta producendo un crescente debito che prima o poi dovrà essere saldato dalla collettività.
La nostra proposta per minimizzare i problemi esposti ma, soprattutto, per dare significato utile alla collettività di un patrimonio che noi vediamo come risorsa e non come problema, è quella di fare un bando per 50 di queste abitazioni, stabilendo un prezzo di locazione congruo, finalizzato ad ospitare lavoratori esterni, anche e soprattutto non italiani, che scelgono in misura crescente di svolgere la propria attività senza un domicilio stabile nel tempo, utilizzando le tecnologie digitali da remoto.
Una recente ricerca condotta da Flatio.com, piattaforma per affitti nel medio periodo pensati per nomadi digitali, ha composto il paesaggio del nomadismo digitale grazie ai dati ricavati dalla community dei suoi fruitori: single, coppie e famiglie, liberi professionisti e in generale persone che non vogliono rimanere nel recinto imposto dalla scrivania fissa in un luogo di lavoro.
Più della metà dei nomadi digitali ha un’età compresa tra i 30 e i 39 anni e oltre un quarto di loro ha superato i 40 anni. L’81,9% considera l’opzione del nomadismo con la consapevolezza a rispettare territorio di appoggio e comunità ospitante. Il 43,4% dei nomadi digitali intraprendono il viaggio da soli, mentre gli altri viaggiano lavorando insieme al proprio partner, ad amici e ad altri nomadi digitali. Il 17,5% delle persone sceglie di viaggiare con la famiglia.
Il nomadismo digitale è stato perlopiù abbracciato da cittadini britannici e americani, che rappresentano secondo Flatio rispettivamente il 12,3% e il 37,4% della popolazione nomade digitale mondiale. In Europa invece chi si sposta più volentieri lavorando sono tedeschi, austriaci e francesi.
Se l’Europa è molto desiderata dai nomadi digitali, l’Italia potrebbe essere una destinazione d’elezione e L’Aquila, per il possesso di molti parametri attrattivi, si presterebbe perfettamente. A fare chiarezza su un panorama ancora poco fotografato dalla statistica è un rapporto del 2023 pubblicato dall’Associazione Italiana Nomadi Digitali (AIND). Il suo titolo, “Come il nomadismo digitale può contribuire a ridurre i divari economici e sociali in Italia”, è esplicito sulla possibilità di ricucire molti strappi tra aree centrali e periferiche, tra città e borghi dell’entroterra.
Questa misura, se attuata, alimenterebbe un dato in controtendenza rispetto le dinamiche attuali di spopolamento che l’ISTAT fotografa nel nostro territorio impietosamente, consegnandoci la perdita maggiore di giovani laureati tanto da porci ben al di sotto della media nazionale e regionale (26% di laureati contro circa il 32 nazionale e regionale).
Occorre precisare che solo nel 2021, quindi pochi anni fa, ci posizionavamo invece al di sopra dei dati medi tanto da essere la città più virtuosa in questo senso con il 34% della popolazione composta da laureati.
Pensiamo che ripopolare la città di 50 lavoratori digitali, che poi spesso si spostano con le rispettive famiglie, consegnerebbe nel nostro territorio un incremento del commercio perché qui e non altrove essi spenderebbero i proventi dei loro guadagni, ma pensiamo anche che un meccanismo di questo tipo potrebbe innescare un processo moltiplicativo delle opportunità.
Anche in assenza di dati certi, infatti, ci risulta possibile se non probabile ipotizzare che, la presenza di lavoratori altamente qualificati nel territorio, potrebbe a sua volta generare nuove iniziative imprenditoriali, (soprattutto sart up innovative), le quali a loro volta potrebbero prevedere il coinvolgimento della popolazione locale.
Insomma, a nostro parere una bella e innovativa proposta che aprirebbe la nostra città ad una visione più internazionale, in perfetta linea con il carattere culturale dell’Aquila, questa volta declinato in maniera moderna, che noi vogliamo recuperare pensando che sia il segno distintivo che la nostra città deve darsi rispetto al resto della regione.
Ci auguriamo che questa proposta trovi il voto favorevole di tutti i componenti dell’amministrazione comunale, di maggioranza e di minoranza, perché riteniamo che sia utile davvero.
Sarebbe un gran peccato se invece fosse utilizzata impropriamente per farne argomento di contrapposizione senza senso.
Enrico Verini (Consigliere Comunale L’Aquila – Azione)
Gianni Padovani (Consigliere Comunale L’Aquila – 99 L’Aquila/Socialisti Liberali)
Emanuela Iorio (Consigliere Comunale L’Aquila – Passo Possibile)
Elia Serpetti (Consigliere Comunale L’Aquila – Passo Possibile)
Massimo Scimia (Consigliere Comunale L’Aquila – Passo Possibile)
Angelo Mancini (Segretario comunale di Azione dell’Aquila)
Fabrizio Ciccarelli (Presidente Passo Possibile)
Roberta Gargaro (Azione)
Americo Di Benedetto (Passo Possibile)