E dunque è tutto fermo.
La “bretella” per ora non è servita a nulla e a nulla pare servirà.
Dalle utenze, che hanno usufruito della tratta L’Aquila – Pescara e che si contano con più facilità di quanto Muzio Scevola contava le dita dell’unica mano rimasta, alla chiusura dello scalo per lavori di ammodernamento da oggi al 24 agosto (per tutto il periodo estivo quindi) ‘sta famosa bretella è un fallimento totale.
E dire che alla sua inaugurazione se la sono litigata da D’Alfonso a Marsilio senza chiedersi, l’uno e dopo l’altro, se era una cosa che i sulmonesi avevano gradito o no.
Una barca di soldi, il costo di realizzazione, più del preventivato per un’opera inutile.
Quando fu inserita nel “masterplan” la fecero passare come un regalo a Sulmona, gli unici soldi ricevuti dal poderoso intervento finanziario della Regione Abruzzo in versione D’Alfonso, visto che quelli per l’Abbazia Celestiniana se li sono ripresi causa covid durante il governo Marsilio.
Una delle tante prese in giro che questa città e questo territorio hanno ricevuto nella loro storia.
È il nostro karma, chiunque sia la parte politica che ci governa.
Con quei soldi, che dovevano essere destinati al comprensorio per soddisfare le sue aspettative di sviluppo, hanno realizzato quello scempio.
Per velocizzare la linea L’Aquila – Pescara hanno detto.
Già se così fosse il regalo non sarebbe certo per i Sulmonesi ma per gli Aquilani.
Ma il problema è che non è neanche vero.
Cosa diamine si guadagna in tempi di percorrenza a deviare il treno a 700 metri dalla banchina di Sulmona, per farlo fermare alla nuova stazione di Santa Rufina.
Da che mondo è mondo le perdite di tempo ci sono per le fermate.
E se quella di Sulmona, o che sia Stazione Centrale, o che sia Stazione di Santa Rufina, resta e non viene soppressa il tempo si perde lo stesso.
Diciamoci la verità il tutto ha lo spregevole sapore di evitare, a chi viene da l’Aquila, di potersi sporcare nel mettere piede a Sulmona.
Roba da campanilismo medievale.
Per la città solo fastidi.
Per il comune per collegare la stazione Centrale con la stazioncina di Santa Rufina.
Per i cittadini di ricordarsi che, se si imbarcano a Santa Rufina lasciando la macchina al parcheggio, devono farvi ritorno perché, se poco poco se ne scordano e scendono a Centrale devono fare 2 chilometri a piedi per recuperare la macchina.
Pensate a quante cose si sarebbero potute fare per questo territorio con quei quasi 18 milioni resisi necessari per costruire ‘sta roba.
Questa famosa bretella, che in sette mesi si è già del tutto sbrindellata, è stato il peggiore insulto fatto a questa città dalla politica regionale.
E l’insulto più umiliante è stata proprio quella sfida tra D’Alfonso e Marsilio, ognuno accompagnato dalla sua corte di boiardi, che in occasione della inaugurazione si sono litigati il merito di averla realizzata.