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La preoccupazione che sale per il timore concreto di perdere il posto di lavoro, la si percepisce dal tono della voce.

Gli operai della Marelli si confrontano dopo l’incontro sindacale che si tiene periodicamente a Roma e quando qualcuno delle Rsu riferisce che per lo stabilimento di Sulmona è stata annunciata una ulteriore perdita di attività a partire da fine 2025, il groppo alla gola di chi ascolta si scioglie in un urlo di rabbia. “Questo nuovo ‘pacco regalo’ vale 37 persone! Che si aggiungono alle circa 12, già ‘vittime’ dell’insourcing!” commentano amaro Fim, Fiom, Uilm e Ugl territoriali Rsu Marelli.

Nonostante gli annunci su fondi e piani per la transizione ecologica, mancano ancora risposte concrete e immediate. I lavoratori vedono peggiorare le loro condizioni di lavoro giorno dopo giorno: calano le commesse, aumentano gli esuberi, e gli ammortizzatori sociali, cui azienda e governo ‘attingono’ sempre più spesso, non possono certo essere una soluzione a lungo termine. E in tutto questo la Regione Abruzzo continua ad essere in ritardo, quasi immobile di fronte a una crisi  che colpisce duramente, e non certo da oggi, tutto il tessuto industriale legato all’automotive.

Manca, di fatto, un piano strategico regionale per accompagnare la riconversione delle aziende e la riqualificazione dei lavoratori. C’è una scarsa se non addirittura assente pressione e urgenza sul governo centrale e tanto, troppo ritardo, nell’attuazione di progetti per l’innovazione e la sostenibilità industriale. E le parti sociali, che non hanno mai smesso di battersi, continuano a lanciare appelli al Governo e alla Regione per un piano industriale serio, che però stenta a concretizzarsi, per accompagnare questa transizione senza lasciare indietro nessuno.

Per questo, sostengono i sindacati, è sempre più urgente un tavolo permanente di lavoro tra Governo, Regione, azienda e parti sociali per individuare strategie condivise e soluzioni operative per la promozione dell’occupazione alla Marelli. Strategie che non devono, però, rimanere solo ‘buone intenzioni’. L’auspicio di questo impegno era stato richiamato anche in occasione dell’incontro nella sede dell’assessorato alle attività produttive della Regione Abruzzo lo scorso mese di gennaio. Ma sono trascorsi altri due mesi nell’inerzia totale della Regione. “Chiediamo che sia urgentemente convocato un tavolo istituzionale dalla Regione Abruzzo intorno al quale sia presente, oltre a Marelli – scrivono i sindacati – anche Stellantis, perché, di fronte al rischio di un cataclisma occupazionale e sociale in Valle Peligna, occorre richiedere sia a Stellantis che a Marelli una assunzione di responsabilità concreta sulla tenuta occupazionale dello stabilimento di Sulmona”.

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