I consiglieri Gianni Padovani e Enrico Verini scrivono a Mattarella

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Comunicato

In data odierna abbiamo scritto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ed alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La lettera si è resa necessaria dopo il voto notturno del Consiglio regionale, laddove la maggioranza ha approvato un vergognoso emendamento che umilia gli operatori della polizia municipale dei comuni abruzzesi e distrugge alla radice l’attuale normativa in materia.

Siamo certi che i consiglieri proponenti l’emendamento (Verrecchia, Mannetti e Scoccia) non si siano resi conto della gravità della loro proposta, ed anche l’aula assonnata abbia votato un disposto non del tutto compreso ed affogato in tutt’altra materia. Con 10 righe di emendamento, pure molto mal scritto, si sono distrutti decenni di civiltà giuridica e si è riportato il Corpo della Polizia Locale all’epoca dei Podestà fascisti che nominavano monocraticamente il capo della “gendarmeria municipale”. 

Sarebbe bene che la stessa Regione Abruzzo ritirasse in autotutela il disposto che, come scriviamo a Mattarella e Meloni, rappresenta una vergogna nazionale per l’Abruzzo ed una “grave deriva anticostituzionale, e nel merito illegittima, impressa dalla nostra Regione nella delicata materia della sicurezza ed in particolare dell’ordinamento della Polizia Locale”.

Si tratta di un emendamento ad personam, coincidente con il commissariamento da parte del TAR del Comune dell’Aquila, “che viola palesemente e gravemente la normativa in materia (L.n.65/86) ed il principio costituzionale della separazione dei poteri, in quanto stabilisce che in caso di vacanza del posto di Comandante del Corpo di Polizia Locale il Comune può conferire l’incarico di Comandante ad altro dirigente dell’ente”.

“Definire l’emendamento istituzionalmente indecente – scriviamo nella missiva – è molto riduttivo. L’emendamento è semplicemente osceno, di inaudita gravità perché umilia le divise operanti nei comuni di tutto l’Abruzzo, colpendo al cuore il punto cardine della legge 65/1986”.  L’emendamento infatti attacca alla radice “la natura speciale della normativa, ampiamente riconosciuta dalla giurisprudenza, che disciplina il funzionamento della Polizia Municipale e ne garantisce terzietà ed autonomia servente e funzionale alla garanzia delle speciali funzioni. Se l’emendamento restasse in vigore, la nomina del Comandante insisterebbe nell’alveo fiduciario del Sindaco e questo è palesemente in contrasto con normativa e giurisprudenza che pretendono un Comandante non solo con le competenze peculiari richieste dal profilo, ma soprattutto con le qualifiche di ufficiale di polizia giudiziaria, di agente di polizia stradale e di ausiliario di pubblica sicurezza”.

“L’autonomia e la terzietà del Corpo sono caratteristiche indispensabili e fortemente sentite come necessarie da uomini e donne delle polizie locali abruzzesi, affinché la municipale possa operare con un vertice autonomo, qualificato e competente che risponda all’autorità giudiziaria per le indagini, che si interfacci con competenza con i Prefetti ed i Questori e sia in grado di gestire servizi di polizia stradale con alta professionalità”.

“A noi sta a cuore la sicurezza urbana e stradale, la legalità e la pubblica sicurezza nei limiti di cui alla legge 65/86, una legge stracciata e violentata dall’emendamento approvato dalla Regione Abruzzo. Un Comandante dirigente, privo di competenze specifiche, non potrebbe in alcun modo coordinare operatori ed ufficiali del Corpo e non risulterebbe credibile per le autorità di pubblica sicurezza. Ed insieme ad un Comandante squalificato risulterebbero delegittimati e dequalificati tutti i suoi collaboratori” – continua la lettera ai vertici dello Stato e del Governo.

“Siamo quindi a chiedere, per le ragioni esposte, di far esperire le verifiche che riterrete più opportune, sia sotto il profilo del merito che della costituzionalità, esercitando l’alto magistero e responsabilità istituzionale insito nelle cariche, nella speranza che si possa eliminare questa macchia e vergognoso emendamento dall’ordinamento, restituendo così dignità e serenità agli operatori della Polizia Locale di tutto l’Abruzzo”. 

“Perché per noi il Corpo di Polizia Locale è una vera risorsa dei comuni e della collettività, mentre nella miope visione del Comune dell’Aquila e della Regione Abruzzo, evidentemente, deve essere solo una appendice muta del potere politico pro-tempore” – concludono Padovani e Verini.

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