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I 4 candidati sulla ribalta televisiva.

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I candidati sindaci nostrani cominciano a uscire allo scoperto.

Dopo le prime parole spese nelle varie prime presentazioni delle ultime settimane, figlie di una ritualità di maniera, ieri sono stati intervistati tutti e quattro da Rai3.

Per lo più una rosa di buone intenzioni. Chi più e chi meno.

Certo non è che ci aspettavamo che illustrassero programmi e ammennicoli vari con i pochi secondi messi a disposizione dalla emittente regionale.

Però qualche parolina un po’ meno generica sì.

Figorilli parla di un futuro fatto di cultura, natura e storia e poi ovviamente le buche per le strade, i rifiuti e la assistenza i bisognosi.

Di Ianni ha citato i “soliti percorsi della politica delle nostre parti” che sono da cambiare ma a quali alluda e in quale direzione resta un mistero. Attendiamo con ansia.

Luca Tirabassi, il candidato che i bookmakers danno per favorito, augura una vittoria al primo turno “di chiunque esso sia”, ma è difficile pensare che non alluda a sé stesso, per garantire alla città “5 anni di amministrazione, all’esito della quale i cittadini potranno giudicare…” ovviamente il lavoro fatto.

Una richiesta di fiducia in bianco rivolta ai sulmonesi. Per ora.

Magari tra qualche giorno cosa vorrà fare ce lo racconterà.

Ci sfugge ‘sta storia della “vittoria al primo turno” necessaria per garantire governabilità come se una vittoria al ballottaggio valesse di meno. Mistero della fede.

Ultima, ma non ultima, Catia Puglielli che propone un metodo: quello di creare “una serie di consulte all’interno della macchina amministrativa” per il coinvolgimento delle parti sociali e l’approfondimento delle tematiche della città.

Ha lanciato il suo motto, partecipazione e consultazione.

Ovviamente c’è tempo. La campagna elettorale è cominciata domenica, almeno ufficialmente, e, sino al giorno del voto, per entrare nel dettaglio di quel che ognuno dei candidati vorrà fare di settimane ce ne sono.

Aspettiamo fiduciosi.

 

  • Nato nel 1956, studi classici e poi laurea in giurisprudenza, oggi è avvocato nella sua città, patria di Ovidio e Capograssi: Sulmona. Da bambino, al seguito del padre ingegnere, ha vissuto, dall’età di 6 sino ai 12 anni, in Africa, tra Senegal, Congo, Ruanda, Burundi, rimanendo anche coinvolto nelle drammatiche vicende della rivolta del Kivu del 1967. Da pochissimi anni ha iniziato a cimentarsi nell’arte della letteratura e ha già pubblicato tre romanzi: “La Foglia d’autunno”, “L’ombra dell’ultimo manto” e "Virgilia". Quest'ultimo vincitore del premio letterario internazionale Ovidio edizione del 2024. Giornalista pubblicista è anche opinionista del Riformista, di Mondoperaio e del Nuovo Giornale Nazionale e vice direttore de "La Giustizia".

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