Da Franco Galassi, coordinatore del PSDI abruzzese riceviamo e pubblichiamo.
“Come Coordinatore del Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI) in Abruzzo, e soprattutto come cittadino della Marsica, sento il dovere di condividere una riflessione amara ma necessaria su ciò che sta accadendo nella nostra terra: una progressiva perdita di dignità da parte di una parte del nostro popolo.
Torno con la memoria a Fontamara, il capolavoro del nostro Ignazio Silone, dove i contadini marsicani venivano chiamati “cafoni”.
Un termine che Silone usava in modo doppio: per raccontare una condizione di emarginazione sociale, ma anche per valorizzare la semplicità, l’onestà e la forza d’animo di una comunità capace di resistere, di conservare la propria dignità anche nelle situazioni più dure.
Oggi, purtroppo, in molte realtà della Marsica vedo affermarsi un comportamento opposto: una cultura del servilismo, che potremmo senza ipocrisia definire “leccaculismo”.
È un atteggiamento che si manifesta nell’adulazione sistematica del potente di turno, sia esso un politico, un imprenditore, o un referente di potere locale, in cambio di favori o posizioni.
Questa logica soffoca la meritocrazia e alimenta un sistema clientelare che penalizza chi ha talento, idee, coraggio.
I giovani più brillanti, spesso, sono costretti ad andare via. Non perché manchino opportunità, ma perché qui le opportunità sono distribuite in base alla fedeltà, non al merito. A loro, a questi giovani, va il mio appello più sincero: non piegatevi, ribellatevi con dignità. Non fatevi sedurre dalla scorciatoia del compromesso morale. L’emigrazione forzata delle menti migliori è un danno incalcolabile per il nostro futuro.
Ma non è solo un problema generazionale.
Ciò che fa ancora più male è vedere che anche persone della mia età, io ho 72 anni, si siano piegate a questa logica.
Parlo di uomini e donne che hanno vissuto un’epoca in cui la politica era confronto, idealità, tensione morale. Un tempo in cui sbagliare era possibile, ma c’erano visione, passione, coerenza. Oggi, invece, molti di quegli stessi protagonisti accettano passivamente un sistema feudale, rinnegando i valori per cui avevano lottato.
La nostra terra ha bisogno di una scossa civile, culturale e morale. Ha bisogno di cittadini che sappiano distinguere tra chi vuole servire la comunità e chi invece vuole servirsene. Serve una nuova consapevolezza al momento del voto, quando si è chiamati a scegliere non il volto più noto o più vicino, ma la persona più capace, più libera, più disinteressata.
La Marsica merita di più. Merita rispetto, merita dignità, merita una classe dirigente all’altezza dei suoi bisogni e delle sue potenzialità.
Solo così potremo tornare a guardare negli occhi quei “cafoni” di Silone, e dire loro che non abbiamo dimenticato la lezione più importante: la dignità non si vende e non si baratta. Si difende. Sempre.”