L’onda della destra è ancora lunga, almeno in Abruzzo.
A Sulmona è stato un trionfo verdiano che ha doppiato la sinistra, a Ortona hanno fatto peggio.
Sebbene la destra fosse spaccata in due coalizioni, una facente capo a Fratelli d’Italia con Di Nardo candidato Sindaco e l’altra a tutto il resto della destra con Fratino, la alleanza di centro sinistra, guidata da Ilario Cocciola, non è stata capace di inserirsi tra le due e andare almeno al ballottaggio.
Raminghi.
Evidentemente è un momento politico che sta attraversando il paese e la sensazione è che chiunque ci mettano, come candidato sindaco, puranco il cavallo di Caligola, vincerebbe lo stesso.
Vabbè, archiviamo la pletora degli eletti, i conti sulle preferenze, e ammennicoli vari e prepariamoci a vedere i fatti.
Ora, dopo le celebrazioni, le feste, i brindisi, le passerelle su e giù per il Corso, dovremmo cominciare a vedere cose un pochino più concrete.
E già perché dopo la sfida elettorale arriva la sfida ben più difficile che è quella della governabilità.
Una cosa di cui questa città ha bisogno come il pane, viste le performance degli ultimi trent’anni di amministrazioni comunali.
Cosa complicata vista la storia politica del mentore di tutta questa baraonda che, da Franco La Civita a Peppino Ranalli, ha fatto cadere più teste di Robespierre.
Intanto il Sindaco dovrebbe procedere allo studio e alla stesura del programma di mandato, cosa ben diversa da quella cosa posticcia e inutile, fatta in quattro e quattr’otto, che si deposita all’atto della presentazione delle liste.
Quello è un mero atto formale per dare regolarità al dossier delle liste, questo è quello che un Sindaco vorrebbe fare e sul quale si impegnerà nel suo mandato. Vedremo.
Poi bisognerà mettere mano alla giunta.
I collaboratori del Sindaco.
Le ambizioni sono tante, un assessorato sarà stato promesso a una infinità di persone, ma ora si fa sul serio.
Ai fini di un buon governo si spera che si scelgano delle competenze.
Politiche, si badi bene, e non professionali che una delle cose più sbagliate è pensare che un ingegnere o un tecnico deve essere per forza un buon assessore all’urbanistica e un commercialista un buon assessore alle finanze.
La competenza deve essere politica.
Cioè il Sindaco dovrebbe affiancarsi di persone che hanno macinato, da amministratori pubblici, l’urbanistica o le finanze e non solo nei loro studi professionali.
Dietro l’angolo c’è l’insidia del “recupero dei delusi” nominando assessori o gli eletti, permettendo così di far entrare in Consiglio i primi e i secondi dei non eletti, oppure di nominare proprio questi.
Pessimo metodo.
Poi c’è da chiedersi da chi e dove verrà individuata la giunta.
Come si sa tra Presidenza del Consiglio e Giunta è una girandola di spartizioni sulla scorta del questo a te e quello a me.
In questi giorni si misurerà l’autonomia del Sindaco rispetto ai poteri forti che l’hanno eletto.
Senza dimenticare che nessuno degli eletti è un Tirabassiano, ma tutti hanno riferimenti forti in personaggi che saranno al di fuori degli organismi.
Del resto il vero trionfo è stato della coalizione che ha preso quasi sei punti in percentuale in più del sindaco.
Fedelissimi del Sindaco non ve ne sono.
Il Consiglio, a parte pochissimi tra i sopravvissuti della precedente consiliatura e cavalli di ritorno, è composto da tante facce nuove che si affacciano in politica per la prima volta, alcune giovanissime.
È evidente che faranno riferimento a chi li ha candidati e a chi li ha fatti votare.
Diciamoci la verità: le correnti della prima repubblica, tanto bistrattate, erano un lusso rispetto a oggi.
Questi saranno i nodi che in questi giorni saranno sciolti e che ci permetteranno di capire quali saranno le sorti della legislatura.
Noi siamo sempre stati contrari alle elezioni anticipate, a tutti livelli, e abbiamo sempre auspicato la governabilità del paese, di una regione o di un comune anche quando si è formato il governo più aberrante della storia dell’Italia da Romolo in poi: quello tra Lega e 5Stelle.
La governabilità non è un valore che appartiene solo a chi vince ma a tutta la comunità.
Un popolo, una cittadinanza, hanno il diritto sacrosanto di essere governati da chi hanno scelto, per tutta la durata del loro mandato.
E chi è eletto a guidare il paese, o un comune, ha il dovere di essere la guida di tutta la collettività e non solo della sua parte.
Ci auguriamo di cuore che questo sindaco e questa maggioranza, così schiacciante, diano finalmente a questa città una cosa che da tempo non ha più: la governabilità.
Perché se così non fosse vuol dire che tutto sarebbe stato, dal primo minuto, nulla più di un patetico teatrino.
Fidatevi di me è stato lo slogan del Sindaco e la città si è fidata.
Ora tocca meritarsela questa fiducia: governate perbacco!