Riceviamo e pubblichiamo.
Di Marco sul Comitato di legislazione per le aree interne: “Contro lo spopolamento servono strategie integrate, governance più efficace e incentivi per chi sceglie di restare o tornare”
“L’evento di oggi a L’Aquila sullo stato di attuazione della Legge regionale 32/2021 a sostegno delle aree interne è stato un confronto proficuo da cui affiorano tante priorità e tempi serrati. La conclusione condivisa è chiara: la legge rappresenta un passo avanti importante, ma da sola non basta. Per contrastare davvero lo spopolamento servono risorse adeguate, politiche coordinate e una visione di lungo periodo capace di ricostruire comunità, servizi e opportunità nei territori più fragili. La sfida che abbiamo davanti è trasformare la montagna in un luogo in cui si possa vivere, lavorare e costruire futuro e per farlo dobbiamo mettere le persone e le comunità al centro delle politiche pubbliche. Ringrazio la presidente del Comitato di legislazione del Consiglio regionale, Carla Mannetti per averci dato modo di alimentare questo confronto con i territori, perché ha compreso l’importanza di stabilire un rapporto di dialogo e confronto e ringrazio i sindaci che hanno saputo descrivere una situazione reale, formulando proposte possibili e ancorate alla realtà”, così il consigliere regionale Antonio Di Marco, membro del Comitato e vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio, commenta l’iniziativa tenutasi a L’Aquila per fare sintesi sul lavoro svolto. “Le audizioni compiute in questi mesi sulla legge e l’evento di oggi hanno evidenziato criticità strutturali profonde: denatalità, progressiva riduzione della popolazione scolastica, carenza di lavoro e di servizi essenziali continuano a spingere via la popolazione dalle aree interne – riferisce Di Marco – . La legge rappresenta il primo intervento organico regionale sul tema, tuttavia, come evidenziato anche da esperienze come quella di Città della Majella, il testo, non soddisfa ancora pienamente le esigenze reali delle aree interne. Per questo, il Comitato per la legislazione può e deve svolgere un ruolo di coordinamento concreto e risolutivo, coinvolgendo i territori e rendendo più efficiente il raccordo tra leggi, fondi e misure attuative. È fondamentale, inoltre, lavorare affinché le eventuali modifiche alla legge siano il più possibile funzionali alle esigenze reali dei sindaci, primi a intercettare bisogni e a proporre soluzioni applicabili. Una strategia indispensabile anche per il rilancio delle città medio-grandi. In questa prospettiva, è emersa l’urgenza di ripensare la distribuzione delle risorse, investendo nei territori montani per creare sviluppo diffuso e inclusivo, affidando ruoli nuovi a enti come le Province, capaci di connettere progetti locali e visione regionale. Punto centrale del confronto è stato la necessità di incentivare le comunità che scelgono di restare o tornare a vivere nei piccoli comuni, potenziando politiche strutturali come assegni di natalità, agevolazioni per la residenza e contributi sociali per chi decide di insediarsi e investire nelle aree interne. Parallelamente, si è ribadita l’importanza di aggiornare l’elenco dei comuni montani, creare una cabina di regia regionale e rafforzare la governance locale, garantendo servizi fondamentali come medici di base, scuole e spazi di lavoro condivisi. Dal tavolo sulla sanità e sociale di cui ero parte con l’assessora Verì è emersa chiaramente anche la necessità di elaborare proposte concrete e sostenibili per le famiglie delle aree interne, come quella del sindaco di Scanno per un pacchetto di misure integrate che comprenda il potenziamento dei trasporti, il sostegno al riscaldamento domestico, l’introduzione della figura dell’infermiere di comunità e l’esenzione del bollo auto per chi vive stabilmente in questi territori. Proposte che vanno nella direzione di un welfare di prossimità, per favorire l’accessibilità ai servizi essenziali e migliori la qualità della vita. Fra le istanze anche quella di una fiscalità di vantaggio e incentivi legati non solo alla residenza, ma alla creazione di imprese e occupazione, oltre al rilancio del patrimonio immobiliare e alla semplificazione delle procedure burocratiche. Turismo, cultura e agricoltura sono stati indicati come leve di sviluppo integrato per costruire un’economia sostenibile e radicata nel territorio”.