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Crisi Marelli, intervista a Michele Lombardo segr.reg.Uil

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Michele Lombardo, Segretario Regionale della Uil, è anche un nostro concittadino e ha iniziato la sua carriera sindacale proprio qui a Sulmona dove è nato e cresciuto.

Sulla vertenza Marelli e in particolar modo sulle sorti dello stabilimento di Sulmona lo abbiamo intervistato anche alla luce dell’incontro avuto ieri a Roma tra le rappresentanze sindacali e gli esponenti del Governo.  

 

1.- Segretario Lombardo la Holding Marelli ha chiesto davanti al tribunale Usa, dove ha la sede, la applicazione della procedura Chapter 11, una sorta di amministrazione controllata americana. Oggi c’è stato un incontro al Ministero. Che idea si è fatto della vicenda?

 

La situazione che è emersa dal tavolo ministeriale è estremamente chiara e anche preoccupante.

Nei prossimi mesi la partita del futuro industriale della Marelli in Italia si giocherà su un campo che è quello nazionale che però dipende ovviamente dalle scelte finanziare di portata internazionale.

È ovvio che lo stabilimento Marelli di Sulmona è coinvolto in queste dinamiche.

Gli stabilimenti che rischiano sono quelli di Bari, Melfi, Sulmona e Caivano, guarda caso sono tutti del centrosud e questo deve far riflettere.  

Il sindacato si è fatto l’idea è che questa vertenza non la si può giocare lasciando da soli lavoratori e sindacato e, siccome è di respiro globale e internazionale, devono intervenire tutti i livelli delle dinamiche industriali.

Stellantis non potrà defilarsi da questa partita ma dovrà farsi carico del suo ruolo.   

 

2.- La azienda ha provato a rassicurare sulla tenuta dei livelli occupazionali, lei ritiene che possano essere fondate o per quanto riguarda lo stabilimento di Sulmona potranno esserci dei rischi?

 

La azienda Marelli allo stato attuale non è in grado di dare rassicurazioni su nulla, né sugli assetti industriali né sul mantenimento dei livelli occupazionali.

C’è un problema di rapporti con Stellantis della quale Marelli rappresenta un indotto di primo livello.

È ovvio che, con il calo del mercato dell’auto, le richieste di produzione che Stellantis commissiona a Marelli ne risentono.

È nondimeno necessario che sia consentito a Marelli di avere le risorse finanziarie necessarie per poter sostenere i contratti in essere con Stellantis a livello di tenuta economica.

In buona sostanza Stellantis deve mantenere i contratti in essere e non chiedere a Marelli una continua riduzione dei costi che la portano fuori delle condizioni di sostenibilità dei suoi equilibri economici.

Non potendo quindi Marelli, come ho già detto, dare rassicurazioni su nulla è ancor più importante il ruolo del tavolo che è stato istituito ieri presso il ministero per la triangolazione tra aziende, parti sociali e governo che quel tavolo garantisce.

 

3.- Quali saranno i prossimi passi che sul tema svolgerà il suo sindacato?

 

Il Sindacato dovrà avere una visione unitaria su una vicenda complicata.

Non ci possiamo permettere né divisioni né fughe in avanti.

Come abbiamo fatto sino ad ora dobbiamo mantenere unite le azioni del sindacato e dei lavoratori.

La posizione non può essere che quella del sostegno destinato al mantenimento del patrimonio storico e industriale delle automotive e ma anche e soprattutto dei livelli occupazionali.

Il governo dovrà garantire non solo il ruolo di Marelli ma anche di Stellantis, fondamentale in Italia, perché dal suo ruolo dipendono le ricadute su tutti i settori dell’auto.

Dobbiamo recitare il nostro ruolo uniti per salvare Marelli e in particolar modo, per quanto mi riguarda e per il ruolo che rivesto, quello di Sulmona.

 

4.- Cosa sente di dire alle maestranze dello stabilimento di Sulmona in questo momento di grande apprensione ?

 

È una vertenza tra le più complicate, forse la più complicata nei 53 anni di storia dello stabilimento sulmonese e della storia industriale e sindacale di Sulmona.

La partita la dobbiamo giocare tutti insieme, lavoratori, sindacati, istituzioni abruzzesi, comuni della Valle Peligna, Provincia, Regione.

La partita la dobbiamo giocare tutti insieme senza divisioni perché o si vince o si perde insieme, ma se si gioca in maniera divisa o lacerata sono altissimi i rischi di perderla.

E siccome Marelli di Sulmona non è solo patrimonio di Sulmona o del Comprensorio Peligno ma dell’intero Abruzzo, tutti ma proprio tutti, devono giocare la loro parte.

In questi giorni ho sentito sul tema il nuovo sindaco di Sulmona, ma auspico un coinvolgimento totale di tutti gli esponenti politici.

  • Nato nel 1956, studi classici e poi laurea in giurisprudenza, oggi è avvocato nella sua città, patria di Ovidio e Capograssi: Sulmona. Da bambino, al seguito del padre ingegnere, ha vissuto, dall’età di 6 sino ai 12 anni, in Africa, tra Senegal, Congo, Ruanda, Burundi, rimanendo anche coinvolto nelle drammatiche vicende della rivolta del Kivu del 1967. Da pochissimi anni ha iniziato a cimentarsi nell’arte della letteratura e ha già pubblicato tre romanzi: “La Foglia d’autunno”, “L’ombra dell’ultimo manto” e "Virgilia". Quest'ultimo vincitore del premio letterario internazionale Ovidio edizione del 2024. Giornalista pubblicista è anche opinionista del Riformista, di Mondoperaio e del Nuovo Giornale Nazionale e vice direttore de "La Giustizia".

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