In mezzo alla gente, rivolgendosi ai suoi candidati, ai suoi amici e sostenitori ma anche a chi incuriosito interrompeva la passeggiata del pomeriggio, Catia Puglielli, microfono in mano, ha illustrato la sua idea di Sulmona e quello che secondo lei si dovrebbe fare per rilanciare la città.
A una città incerta, che si perde nella instabilità delle sue amministrazioni, la Puglielli si propone con un’area politica moderata e riformista che rifiuta lo spirito delle contrapposizioni e che la vedrà, ove dovesse ricoprire il ruolo di sindaco, aprirsi alle opposizioni che saranno un interlocutore con cui rispondere agli interessi della città.
La candidata vede una città in cui pian piano i servizi scompaiono.
Le cause sono i generali processi di risanamento economico che provocano un innaturale accentramento nei capoluoghi di provincia.
E così cita l’ospedale, ma anche la scuola infermieristica, l’università, il tribunale. Bosgnerà cercare di invertire la tendenza.
Non sono i soli problemi di Sulmona che andranno affrontati anche con le consulte delle parti sociali con cui confrontarsi abitualmente.
Il rilancio del lavoro parte anche da una riconversione del nucleo industriale, ormai collezione di scheletri vuoti, che potrebbe essere destinato ad altri comparti dell’economia cittadino come artigianato, cultura o turismo.
Non si può parlare solo delle strade.
Riparare le strade non fa parte di un programma elettorale ma è un dovere degli amministratori.
Parlando di turismo c’è bisogno del rilancio del centro storico specie la porzione rivolta a sud che va rivitalizzata con la organizzazione di distretti urbani del commercio coniugando eventi e cultura.
La crisi della Marelli è una emergenza e, anche se le amministrazioni locali non possono fare molto su dinamiche così complesse, la vicinanza ai lavoratori deve essere manifestata senza se e senza ma.
Per quanto riguarda la crisi del comparto sanitario se è vero che la azienda sanitaria è di competenza regionale è vero pure che un Sindaco è la massima autorità sanitaria cittadina e può e deve sollecitare l’ente ragionale per sapere come intende conciliare il pesante debito della sanità abruzzese con la qualità e la quantità di servizi.
Le partecipate dovranno rendere conto dei loro problemi economici e bisognerà avere il coraggio di scoprire il vaso di pandora.
Insomma una diagnosi vasta e una terapia dettagliata.
Non sappiamo se, quelle di Catia Puglielli, sono le ricette giuste ma certamente le idee chiare ce l’ha.