di Catia Puglielli.
C’è un luogo, a pochi passi dal cuore antico di Sulmona, dove il silenzio sa raccontare più delle parole. L’Abbazia Celestiniana – fondata da Pietro da Morrone, poi divenuto Papa Celestino V – non è solo un capolavoro architettonico incastonato tra il Morrone e il cielo: è un’anima viva, fatta di luce e mistero, che da secoli attende di essere riascoltata.
Nel tempo, questo luogo sacro è stato rifugio spirituale, culla di preghiera, poi carcere borbonico, teatro di dolore e redenzione. Le sue mura raccontano, senza bisogno di voce, le storie dei detenuti che lì hanno vissuto, e spesso finito, i loro giorni. Una delle leggende più struggenti parla di una croce scolpita da un prigioniero, forse piantata nel cortile, forse destinata al campanile, ma sicuramente offerta come supplica per una grazia. Quella croce, oggi perduta o forse solo dimenticata, fu per anni oggetto di culto popolare.
Si dice anche che le anime di quei detenuti ancora camminino nei sotterranei, tra cripte e corridoi, non per spaventare, ma per chiedere memoria. Quella memoria che noi, oggi, dobbiamo loro restituire.
Eppure, malgrado il suo fascino e la sua profondità, l’Abbazia resta in parte chiusa, inaccessibile, trascurata. Come una regina vestita a metà, o – per usare una metafora tenera ma chiara – una donna bellissima cui si è sbagliato il colore dei capelli. Non bastano i restauri, se non arriviamo al cuore.
Per questo occorre uno sforzo nuovo, fatto di anima e di visione che si sommi a quello di chi ha già dato tanto. Un gruppo di lavoro vasto ed ecumenico potrebbe unire amministratori, storici, artisti e quelle associazioni culturali che già hanno dato tanto, per creare un calendario di eventi capace di coniugare rievocazione storica, spiritualità e cultura.
Dobbiamo ridare le origini alle persone, risvegliare la storia, far parlare le leggende. Solo così potremo dare tutta la dignità che merita a questo luogo mistico e misterioso.
Oggi la chiesa dell’Abbazia – recentemente consacrata – è pronta ad accogliere cerimonie, incontri, momenti di raccoglimento e bellezza. Proviamo a darle tutti insieme un progetto che sia all’altezza del suo spirito.
È tempo che l’Abbazia Celestiniana torni a essere non solo un monumento, ma un cuore che batte. Per Sulmona, per la nostra identità, per chi verrà.