Eravamo partiti dalla metà di dicembre.
C’era l’impegno di autorevoli esponenti della maggioranza di governo, il Sottosegretario alla Giustizia Delmastro in testa.
“Salveremo i Tribunali abruzzesi e non solo”, anzi, “siccome vogliamo rivedere alcuni dei criteri informatori della legge sulla geografia giudiziaria, la conseguenza più naturale e logica sarà il salvataggio dei quattro tribunali abruzzesi”.
Queste le parole che erano circolate in ambienti di governo, ma anche negli ambienti dirigenziali del Ministero di Grazia e Giustizia dove si è sempre annidato il terreno più ostile per la conservazione dei tribunali tra cui il nostro.
“Ma”, aveva obiettato qualcuno, “il 31 dicembre del 2025 entrerà in vigore la chiusura, intorno a metà dell’anno le udienze civili e penali dovranno essere fissate dinanzi il Tribunale de L’Aquila. Forse sarà necessaria una proroga.”
La risposta fu secca:”Non c’è bisogno di nessuna proroga. A breve depositeremo il disegno di legge e tutto andrà a posto.”
Questa fu la relazione del Presidente dell’Ordine in una assemblea svoltasi in quel periodo.
Dalla metà di dicembre a quella di marzo di quest’anno.
Tutto punto a capo.
Del disegno di legge nessuna traccia, di proroga nemmeno.
Sollecitato sul punto dalle perplessità di alcuni colleghi, in una assemblea del 26 marzo, il Presidente, e gli altri componenti del Consiglio, pur condividendo le preoccupazioni manifestate si dichiaravano moderatamente fiduciosi che qualche cosa di positivo sarebbe successo e che il 1 gennaio 20026 avrebbe visto il Tribunale ancora aperto.
La assemblea si era aggiornata di un mese, cioè più o meno alla metà di aprile, per una verifica dello stato dell’arte e per eventuali determinazioni.
Ci siamo!
La metà di aprile è abbondantemente passata e di fatti o notizie non v’è stata traccia.
Allora il coordinamento (i 4 Presidenti degli Ordini e i 4 Sindaci) ha chiesto al Ministro Nordio un incontro.
Vabbé sarà stata prima la Pasqua, poi la scomparsa del Papa, fatto sta sino a poche ore fa da Via Arenula silenzio di tomba.
È, infatti, proprio di poche ore fa un comunicato ufficiale dell’Ordine degli Avvocati di Sulmona che riportiamo testualmente:
“Accogliendo la richiesta formulata dal Coordinamento per la salvaguardia dei Tribunali abruzzesi sub provinciali, su apposita proposta avanzata dall’ Ordine Forense di Sulmona ed anticipata dal sottoscritto nell’assemblea degli Avvocati tenutasi lo scorso 26 marzo, il Ministro Carlo Nordio ci riceverà a Roma il 7 maggio p v.
Sarà occasione propizia per ascoltare dalla voce del Ministro di Giustizia gli ultimi aggiornamenti sullo stato dei provvedimenti in procinto di essere formalizzati dal Governo per la definitiva stabilizzazione del Tribunale e della Procura della Repubblica di Sulmona e degli altri omologhi uffici giudiziari abruzzesi non provinciali.
Non mancheremo, in quella sede, di prospettare l’adozione, possibilmente prima della pausa estiva, di una conseguente proroga “tecnica” funzionale alla serena programmazione delle udienze oltre il 1 gennaio 2026.”
Il 7 maggio dunque, andranno da Nordio. Per sentirsi dire cosa?
La speranza di tutti è che il famoso disegno di legge sta per essere presentato e con esso una proroga della chiusura dei tribunali abruzzesi per consentire la adozione della legge.
Solo così il tutto avrà un senso perché la sola proroga ha solo il sapore di una drammatica e dilatoria terapia chemioterapica.