Cede la casa al figlio, coppia di anziani ridotta in povertà

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Un nostro lettore scrive per condividere una storia di profonda amarezza e ingiustizia che vede coinvolta una coppia di anziani a Sulmona (L’Aquila), si tratta di un uomo prossimo ai 90 anni e sua moglie, 80enne e  gravemente invalida.

“La loro storia comincia con un gesto di fiducia e generosità. Dopo aver donato la casa ai figli, accettano l’offerta di uno di loro di ospitarli in un suo appartamento di questa casa, a patto che provvedessero loro stessi alla sistemazione. Così, i due anziani, con l’intento di crearsi l’ultima e serena dimora, hanno investito in quell’immobile tutti i risparmi di una vita di lavoro onesto. – Ha scritto – La serenità, tuttavia, non è durata. Con il matrimonio del figlio, sono emersi crescenti dissapori familiari e contrasti. La situazione è degenerata quando il figlio, in un atto legale di estrema gravità, ha ceduto quell’appartamento, ricevuto in donazione e sistemato quasi interamente dai suoi stessi genitori, alla moglie, la quale, a propria volta, inizia una causa per ottenere indietro l’appartamento. Una causa legale che si è trascinata per molti anni, culminata nella sentenza di sfratto dei due anziani.

Oltre al danno morale e alla perdita dei risparmi spesi invano per una casa in cui non potranno più abitare, è arrivata anche la condanna alle spese legali! Ieri, il dramma si è concretizzato in un atto esecutivo: il pignoramento del loro conto corrente. A fronte di un debito importante, il conto corrente è stato colpito da un addebito esorbitante, che ha immediatamente azzerato il misero saldo di alcune centinaia di euro rimaste loro per la sopravvivenza. Questi pochi euro non sono un semplice risparmio, ma il loro unico fondo disponibile in questo momento per affrontare le spese quotidiane più urgenti, incluse quelle per la spesa alimentare, le bollette e, in modo ancor più fondamentale, l’acquisto dei farmaci salvavita essenziali per l’anziana donna disabile. Ci interroghiamo sul funzionamento del sistema in casi come questo. Se esiste una soglia di impignorabilità sui conti correnti, pensata proprio per garantire alle persone di poter sopravvivere, perché è consentito il blocco integrale del conto, costringendo una coppia in condizioni così precarie ad un lungo e faticoso ricorso al giudice per riottenere quanto è necessario alla sopravvivenza? Chi può essere chiamato a rispondere delle conseguenze in caso di mancata assunzione dei farmaci salvavita da parte della signora? È una tristissima conclusione di una vita intera di sacrifici, che costringe due persone anziane a vivere i loro ultimi anni nell’angoscia più profonda. I loro occhi lucidi quando ho comunicato loro anche quest’ultimo oltraggio, ci fanno perdere la fiducia nella giustizia. Auspico che l’attenzione dei quotidiani e quella dei lettori possano innescare un meccanismo di solidarietà morale e, soprattutto, accelerare un intervento che restituisca dignità e possibilità di cura a questi due nonni”.

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