Inizia con la corsa al deposito dei simboli l'iter ufficiale che porterà alle urne l'Italia il 25 settembre, Roma, 12 agosto 2022. I contrassegni depositati nel primo dei tre giorni dedicati al deposito al Viminale sono oltre 50. ANSA/GIULIA MARRAZZO
Una delle cose che non mi piace del nuovo corso delle elezioni italiane, da quando ha fatto irruzione la seconda repubblica, è questa tendenza a realizzare quantità piuttosto che qualità.
E la cosa è ancor più evidente nelle elezioni comunali nella fallace convinzione che più sono le liste che vengono approntate e migliori sono le possibilità di vittoria del candidato sindaco e della coalizione.
Questa autentica stortura è chiaramente figlia delle tendenze maggioritarie che, a detta di quei soloni che le hanno concepite, avrebbe dovuto sanare un deficit del vecchio sistema proporzionale portando a una semplificazione del quadro politico.
Bene, prima enorme sciocchezza che si commenta da sola limitandoci semplicemente a esaminare l’attuale quadro sulmonese.
Fino a che vigevano le regole proporzionali, della mai abbastanza rimpianta prima repubblica, c’erano 7 partiti e sono rimasti tali per decenni: da sinistra a destra PCI, PSI, PSDI, PRI, DC , PLI, MSI.
Oggi a Sulmona, salvo ridimensionamenti dell’ultima ora (non improbabili), abbiamo 6 liste per la destra, 5, per la sinistra, 5 per il terzo polo, 1 per Di Ianni.
In tutto 17 liste.
Alla faccia della semplificazione.
Ma poi se affrontiamo il peso della aritmetica la cosa si fa ancora più grottesca.
I seggi da assegnare sono 16, di cui 10 alla maggioranza e 6 alla minoranza, il che vuol dire che, su 272 candidati, occhio e croce diciamo che 96 potrebbero essere quelli della ipotetica coalizione vicente (80 se non sarà la destra): in tal caso ogni seggio avrà 9,6 candidati che se lo litigheranno.
Per gli altri 176 che non vinceranno addirittura la cifra arriva a 30 candidati ad accapigliarsi per ogni seggio in palio.
Mi chiedo, di grazia, ma a questo esercito di disperati queste cifre sono state spiegate?
È stato detto a tutti che non hanno speranze e che sono solo portatori di voti per fare vincere pochissimi altri?
Ma quali altre storture dobbiamo raccontare per convincerci e convincervi che tutto questo sistema, bipolare e maggioritario che sia, è quanto di peggio sia stato mai concepito in tema politica elettorale?
Quanti altri calcoli dobbiamo fare per deciderci di mandare tutto a quel paese e tornare al vecchio, collaudato, affidabile e giusto sistema proporzionale?
Eppure ormai la metà degli elettori non va a votare, ma questo non basta a togliere paccute fette di prosciutto dagli occhi della gente.
E allora godetevi la grande ammucchiata.
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