Rifacimento Villetta P.zza Carmine e abbattimento pini: interventi forzosi e fuori… luogo

SULMONA – E iniziarono con la reinterpretazione di piazza Tresca, facendo sparire la ringhiera in ferro battuto primi novecento che circondava il monumento ai caduti, piazzando travertini lineari incompatibili oltre che col gusto anche col clima locale (spaccati alle prime gelate). Per non parlare di bandiere e illuminazioni al neon. Però azzeccarono la pavimentazione, era già qualcosa.
Ma addio allo “spirito” di piazza Tresca, grazie a passate amministrazioni.

E continuarono con piazza Garibaldi, presso la chiesetta di san Rocco a est e piazza Minzoni a ovest, con innesti di scalinate anche qui a dir poco discutibili per stile moderno e scelta di materiali, ancora incompatibili, in un contesto storico che va dal medioevo al settecento. Suscitando all’epoca le ire anche di Sgarbi che in visita alla città, osservando il nuovo complesso, si fece prendere da uno dei suoi accessi d’ira: a ragione.
Ma addio allo “spirito” di piazza Garibaldi, grazie a passate amministrazioni.

E finirono oggi con il rifacimento della Villetta presso piazza del Carmine e l’acquedotto medievale. Anche questo un luogo storico in sé, nucleo di aggregazione sociale, di sosta, di conforto, di riconoscimento culturale perché cartolina immutabile della città. A qualcuno verrebbe in mente di riqualificare il Colosseo? Qui sì. Due pini secolari, non uno, saranno oggetto del maggior scempio, “l’abbattimento“. Senza tener conto, anche, di una legge regionale che tutela il patrimonio arboreo storico (L.R. n.3 4/1/2014).

Ma al di là del parere di un agronomo che ha sentenziato che i pini sarebbero malati (siamo sicuri che un altro direbbe il contrario), o di una presunta pericolosità (i pini vanno manutenuti non abbattuti,) tutto accade perché anche qui qualcuno ha trovato modo di “impiegare” dei fondi. Quindi ci sarà un intervento amministrativo urbanistico che riteniamo “forzoso”: qualcuno avrà detto abbiamo trovato i fondi e li abbiamo messi a regime, quindi interveniamo, anche dove non è proprio necessario, ma ormai dobbiamo intervenire.

L’azione include inoltre l’installazione di linearissime panchine, fatte di quello che sembra ancora essere una specie di bianco travertino, sotto la scalinata della Rotonda di San Francesco della Scarpa. Ci risiamo, la sindrome di quello che Rete5 da sempre definì come il complesso di Montesilvano (arredi moderni che stanno bene solo in luoghi impersonali vicino al mare), si ripresenta nelle amministrazioni locali. Fuori luogo, fuori tempo, fuori dal gusto, fuori dalla coscienza civica e politica.
E addio allo “spirito” di piazza Garibaldi, grazie all’amministrazione corrente, che avrebbe potuto distinguersi e non l’ha fatto.

(Firma la petizione)

 

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