SULMONA – La rimozione dell’insegna “è compatibile coi criteri di tutela definiti dalla legislazione vigente in materia di beni culturali e con le disposizioni contenute negli atti di tutela”, pertanto “si rilascia la propria autorizzazione ai lavori in oggetto”.
Questa l’autorizzazione della Soprintendenza, rilasciata con documentazione del 24 maggio 2022, ai lavori di rimozione della scritta Riccardo Pacifico, eseguiti stamattina.
La scritta era composta da lettere in alluminio stampato e replicabile da chiunque e in qualsiasi momento, da qui l’autorizzazione della Soprintendenza a rimuoverla non trattandosi di opera d’arte unica e irripetibile, che reca il segno distintivo del suo autore (sia esso artista o artigiano).
La ditta Riccardo Pacifico ha lasciato i locali di piazza XX Settembre 1 e 2 e corso Ovidio 205-207 e 209 nel luglio 2016, dopo la condanna al pagamento di due decreti ingiuntivi per gli affitti non versati negli anni precedenti.
Da allora quella scritta non può più essere considerata insegna, perché l’attività non è più esercitata in piazza XX Settembre e si è trasferita a pochi metri in un altro locale.
In pratica, non trattandosi di un’insegna, come disciplinato dal Codice civile, quella scritta è stata un’indebita pubblicità, peraltro vietata dal Regolamento dei mezzi pubblicitari del Comune di Sulmona, che all’articolo 9 vieta ogni pubblicità su piazza XX Settembre.
Ora, nella speranza che chi gestisce quell’attività abbia pagato almeno la tassa sulla pubblicità al Comune, non si può non sottolineare che è stata ripristinata in una delle piazze più belle di Sulmona la parità di trattamento tra tutti i commercianti.
Prima di Riccardo Pacifico sullo stesso edificio c’era l’insegna Mobilificio De Panfilis e subito dopo Caffè Moderno, quest’ultima eliminata giustamente proprio da chi affittando allora i locali grida oggi allo scandalo.
Tutto scorre, per fortuna, anche le insegne e la scellerata presunzione di chi crede di rappresentare non solo un pezzo di storia di una città gloriosa (che ha ben altri riferimenti), ma addirittura vive nel delirio di poter imprimere la futura memoria di Sulmona.