PESCASSEROLI – Allarme cemento nel Parco Nazionale della Majella. A denunciare i rischi derivanti dalla possibile approvazione del nuovo Piano del Parco, è la Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus (Soa), che denuncia come “dopo le clamorose bocciature del Ministero dell’Ambiente, l’ente Parco insiste in ‘direzione cemento’, essendo intenzionato a riapprovare il Piano del Parco”. Da qui una diffida.
E’ di nuovo allarme cemento per il Parco nazionale della Majella, addirittura in zone di altissimo valore ambientale e paesaggistico come il Quarto di Santa Chiara – denunciano da Soa – Domani l’Ente Parco nazionale della Majella vuole infatti riapprovare il nuovo Piano del Parco, nonostante sia già stato clamorosamente bocciato dal Ministero dell’Ambiente che ha fermato reiteratamente una precedente delibera dallo stesso tenore a fine dicembre 2016. Un Piano che porterebbe nuovo e tanto cemento in uno dei luoghi più belli del Mediterraneo, quasi raddoppiando le aree D2 dove si può costruire secondo i desiderata dei comuni senza alcun vincolo dal Parco. La Stazione Ornitologica Abruzzese è venuta a conoscenza poche ore fa che, nonostante un anno e mezzo di lettere durissime dal Ministero dell’Ambiente, il Consiglio direttivo del Parco è stato nuovamente convocato per discutere l’adozione del nuovo Piano del Parco, che è lo strumento operativo centrale di un’area protetta”.
“Le associazioni già nel 2016 avevano sollevato forti critiche per contrastare l’iniziativa dell’Ente prima della decisione. Il Parco era comunque andato avanti incurante dei rilievi, adottando il Piano il 19 dicembre 2016. A quel punto alcune associazioni si rivolsero, con una dettagliata lettera, al Ministero dell’Ambiente, che esercita l’azione di vigilanza sull’operato del Parco della Majella, segnalando molteplici criticità, come la mancanza, clamorosa per un ente parco, della Valutazione Ambientale Strategica e della Valutazione di Incidenza Ambientale, e, soprattutto, il notevole ampliamento delle zone D2 dove far costruire secondo le direttive dei soli piani regolatori comunali. In comuni come Palena, Caramanico e Sant’Eufemia le zone D2 sono veramente enormi. Addirittura una vasta area del Quarto di Santa Chiara, molto oltre la piccola stazione ferroviaria esistente, è addirittura zonizzata come D2, e un’area ancora più vasta in zona C. Ricordiamo ancora le repliche tranquillizzanti dell’Ente Parco nei confronti delle associazioni. Ente che non si è dimostrato altrettanto zelante nel divulgare le durissime lettere ricevute dal Ministero che ha sospeso la validità della Delibera del 19 Dicembre 2016 facendo letteralmente a pezzi sia la procedura seguita sia i contenuti della proposta dando ragione alle associazioni”.