ZES UNICA, D’ALFONSO: GOVERNO PARTORISCE TOPOLINO, MEGLIO ZES REGIONALI

PESCARA – “L’Agenzia delle Entrate, secondo quanto disposto dal governo con legge n. 162 del 2023, ha fissato al 17,6668% la percentuale del credito di imposta destinato alle imprese che effettuano investimenti nel periodo 1 gennaio – 15 novembre 2024 per l’acquisto di beni strumentali destinati a strutture produttive situate nella ZES unica.

Tale percentuale è stata calcolata considerando l’ammontare dei bonus richiesti con le domande presentate tra il 12 giugno e il 12 luglio scorsi, pari a 9 miliardi 452 milioni di euro, rispetto ai fondimessi a disposizione dal governo, ovvero 1 miliardo 670 milioni.

Si tratta di una somma assolutamente insufficiente, che vanifica lo slancio contenuto in una misura che era stata concepita nel giugno 2017 dal governo Gentiloni per incentivare gli investimenti nel Mezzogiorno.

Inoltre il divieto di cumulo con altri incentivi – ad esempio i contratti di sviluppo – è un ulteriore freno all’efficacia del provvedimento. Di fatto, il vantaggio è appena superiore al 10% per le pmi e del 6,8% per le grandi aziende.

Si è voluto dare una mancetta a tutti, compromettendo fin quasi a cancellare l’effetto positivo della ridotta fiscalità. E’ l’ennesima prova dell’incapacità e dell’assenza di visione di questo esecutivo, che si riempie la bocca di slogan ma fa poco o nulla per la crescita del tessuto produttivo nazionale.

Ridateci la ZES regionalizzata, che si è voluto unificare per danneggiare le Regioni del sud a guida centrosinistra. Gli interessi di parte devono venire dopo gli interessi generali. La ZES deve funzionare come ambito territoriale ottimale, non come una maxi-tovaglia sulla quale spargere poche briciole.

Ridateci Miccio: almeno lui era dedicato a misurare i problemi e le ambizioni abruzzesi senza gigantismi ritardatori. La ZES regionalizzata garantiva appropriatezza di istruttoria e consapevolezza conoscitiva. Adesso sembrano tornati i tempi del Commissariato agli usi civici di Foggia, grazie al quale nulla si decideva”.

On. Luciano D’Alfonso

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