ABRUZZO – La valutazione di Incidenza (VINCA) è il procedimento, di carattere preventivo, al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano, programma, progetto, intervento od attività che possa avere incidenze significative su un sito, o proposto sito, della rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso.
Il punto 1.9 della Linee Guida nazionali per la VIncA, sul tema dell’individuazione delle autorità
competenti per la VIncA, riportano che “ Seppure tali deleghe non possono essere normate a livello
statale, è necessario che le Amministrazioni regionali provvedano ad una verifica sulle competenze
attribuite a Strutture non adeguate, come alcuni Comuni, e individuino specifici Uffici regionali,
territoriali o, preferibilmente, gli Enti Gestori dei siti o delle aree protette, che possono disporre di
maggiori conoscenze specifiche e tecnico-scientifiche”.
La Regione Abruzzo, con L.R. 12 dicembre 2003, n. 26, ha trasferito ai Comuni le competenze
relative alla VINCA per tutti i piani non ricompresi tra quelli indicati nel comma 1 dell’art. 1 della
L.R. 13 febbraio 2003, n. 2 oltre ai piani agricoli e faunistico-venatori, senza alcuna verifica, delle
effettive capacità degli enti comunali di poter gestire procedure complesse e specialistiche, che
richiedono figure professionali che spesso, se non sempre, i Comuni non hanno nei loro organici.
Tale situazione, insieme ad altre inadempienze sull’applicazione da parte del Governo italiano e delle
Regioni, delle direttive europee 3/92/CE e 147/09/CE, ha portato, nel 2014, all’aertura di una
procedura di pre-infraszione epr il nostro Paese da parte dell’Unione Europea. L’Italia, con le linee
guida nazionali sopra citate, nel 2019 ha cercato di porre rimedio alle pesanti carenze normative
nazionali e regionali e la Regione Abruzzo, con la LR 7/2020, entrata in vigore il 12 marzo 2020, ha
dovuto, suo malgrado, fa ritornare alla competenza regionale la procedura di VINCA, subordinando
però tale fatto all’effettivo adeguamento della dotazione di personale del dipartimento competente (da
operare secondo la legge entro 90 giorni dall’entrata in vigore).
I 90 giorni sono abbondantemente passati e della riorganizzazione degli uffici regionali non si è avuta
notizia, tant’è che, su sollecitazione della “Stazione Ornitologica Abruzzese” il Ministero
dell’Ambiente, con nota del 8 agosto 2023, ha aspramente rimproverato la Regione Abruzzo,
intimando alla stessa di dare “completa attuazione all’art. 1 della L.r. 7/2020 con il completo previsto
trasferimento delle competenze sulla VIncA alla struttura regionale dedicata”, pena il possibile avvio
della procedura di infrazione da parte dellUnione Europea.
Il richiamo del Ministero sembrava aver dato i suo frutti quando, con l’approvazione della L.R. 58
del dicembre 2023, la Regione, all’art. 23, stabiliva la sua competenza per la valutazione di incidenza
sugli atti di pianificazione e programmazione territoriale, urbanistica e di settore e loro varianti, e
sugli interventi o progetti, di rilevanza regionale, provinciale o comunale, che interessino siti di
importanza comunitaria, istituiti o proposti, zone speciali di conservazione e zone di protezione
speciale, lasciando facoltà ai soli Comuni capoluogo di provincia di esercitare le competenze in
merito alla VINCA su interventi, progetti e attività di rispettiva competenza.
Ma, improvvisamente, spunta una proposta di legge regionale, che verrà discussa dalle Commissioni
Bilancio, Territorio e Sanità, dove si cambiano le carte in tavola e si ribadisce che “Rimangono ferme
ed efficaci le disposizioni di cui agli articoli 2 e 3 della legge regionale 2 marzo 2020, n. 7
(Disposizioni in materia di valutazione di incidenza e modifiche alla legge regionale 3 marzo 1999,
n. 11 (Attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112: Individuazione delle funzioni
amministrative che richiedono l’unitario esercizio a livello regionale e conferimento di funzioni e
compiti amministrativi agli enti locali ed alle autonomie funzionali)) nonché gli atti di attuazione
eventualmente assunti dalla Giunta regionale”, tornando, quindi, all’antico, e cioè alla competenza
dei Comuni, piccoli e grandi, in attesa che la Regione “adegui la dotazione organica della struttura
regionale di supporto all’Autorita’ regionale competente per la valutazione d’incidenza al fine di
assicurare lo svolgimento delle funzioni di cui alla presente legge”.
Un’attesa che, visto che la norma originaria è entrata in vigore a giugno 2020, dura ormai da
quattro anni!!!
“Assistiamo, purtroppo, da anni – dichiara l’UNITEL, Unione Nazionale Italia dei Tecnici degli Enti
Locali, sezione Abruzzo – qualunque sia il “colore” politico delle Giunte Regionali, ad un
proliferare di leggi che, in nome di una presunta leale collaborazioni tra Enti, scaricano sui Comuni
competenze a non finire, incuranti del fatto che le strutture tecniche e amministrative comunali sono
ormai al collasso, con personale ridotto all’osso e carenza di comptenze e professionalità specifiche”.
“Il caso VINCA – continua l’Unione dei tecnici degli Enti Locali – è l’ennesimo episodio che
conferma come la Regione Abruzzo consideri i Comuni come Enti subordinati, e non come strutture
amministrative con una loro autonomia, come previsto dalla Carta Costituzionale. Sulla VINCA ben
due sentenze TAR hanno evidenziato come le strutture comunali non abbiano competenze
specialistiche in grado di portare avanti valutazioni, come quella di incidenza, che necessitano di
studi ambientali, biologici, agronomici, forestali, chimico-fisici, che un Comune non può eseguire se
non avvalendosi di personale esterno, con gravi ripercusioni organizzative ed economiche sulle
strutture comunali, già in crisi per il costante aggravio di compiti e compentenze riversato su di essi
da norme statali e regionali”.
“Chiediamo quindi – sottolinea UNITEL – che sia stralciata la modifica prevista e che la Regione
mantenga le competenze in materia di VINCA, come correttamente previsto dall’art. 23 della LR
58/2023, eliminando anche la possibilità che i Comuni capoluogo possano effettuare tali valutazioni,
che devono rimanere esclusivamente in capo alle strutture regionali. Se in quattro anni la Regione
Abruzzo, che ha al suo attivo quasi 1.500 dipendenti, non è riuscita ad organizzare gli Uffici
competenti in materia, come può un Comune medio abruzzese, con al suo attivo uno o due tecnici,
spesso dipolomati, portare avanti una materia così complessa?”
“Ricordiamo alla Regione – conclude l’associazione – che la leale collaborazione presuppone
reciprocità, e non norme calate dall’alto, spesso neanche comunicate agli Enti interessati, che
devono quotidianamente spulciare circolari e norme per trovare novità legislative che assegnano
nuove competenze o cambiano le carte in tavola. I Comuni e le Province sono disponibili al confronto,
a patto che sia realmente leale, e alla pari”.