SULMONA – “Ciò che più salta agli occhi leggendo il comunicato di risposta della maggioranza sul caso D’Aloisio* sono alcune espressioni riguardanti “l’interesse della Città”; “nullità della azione politica ammnistrativa in questi anni”; “tradimento dell’elettorato” “ottenimento dell’incarico (retribuito) di presidente del consiglio”.
Chiariamo subito che la dottoressa Di Rienzo, per i suoi cospicui e importanti carichi lavorativi, non ha mai ambito a nessuna carica e/o incarico. Ha solo assecondato la richiesta del Di Piero e Pingue (Fabio) a candidarsi nella lista Sulmona libera e forte. Per tale richiesta i due si recarono presso il nostro domicilio, e ne abbiamo le prove.
A noi non interessavano gli incarichi retribuiti, ma attualizzare quanto promesso ai cittadini in campagna elettorale. Ricordiamo che non siamo certamente noi ad aver bisogno di prebende, perché, diversamente da qualcun altro, siamo abituati da sempre per il nostro ruolo professionale e sociale a emolumenti importanti.
Una volta vinte le elezioni comunali siamo stati messi nelle condizioni di dissociarci dalla maggioranza a causa degli atti di imperio di alcuni personaggi. Sin dall’inizio è stato messo in atto un gioco poco limpido finalizzato a restare soli per gestire i soliti “interessi politici particolari” che tormentano questa città da anni. Non siamo stati noi a tradire i nostri elettori, perché da subito l’elettorato è stato tradito dalla stessa maggioranza e i consiglieri più votati della città sono stati costretti a opporsi agli atti di arroganza.
È stato tradito il 70 % degli elettori che ha contribuito a far vincere la coalizione liberamente Sulmona; ed è per questo che consigliamo a questi paladini della “sana” politica di fare un sondaggio per verificare l’inversione di tendenza del gradimento che è in atto.
A causa di una scellerata politica autoreferenziale, condotta senza alcuna reale capacità di guida, oggi, Sulmona è completamente isolata dai contesti decisionali provinciali, regionali e nazionali.
Alla maggioranza che afferma “Abbiamo impegni ben più importanti. Abbiamo una Città da amministrare”, rispondiamo che purtroppo i cittadini non se ne sono accorti, e quindi consigliamo loro di prendere esempio dai veri politici che li hanno preceduti e non dalla politica del like o dell’autocompiacimento, fatta per assicurarsi il centro della scena, in alcuni casi, con pochissimo o quasi nullo consenso elettorale. Siamo di fronte all’arte del denigrare, facilitata dalla teoria del gruppo.
I veri politici sono quelli che ricalcano l’esempio del barone Giuseppe Angeloni, deputato nella IX e X legislatura del Regno d’Italia, il quale nel lontano 1867 stimava opportuno, in ossequio al patto stretto con gli elettori, presentare il consuntivo del mandato.
Purtroppo, sono finiti i tempi in cui la buona prassi dominava ed è stridente il contrasto con il comportamento cui ci stanno abituando gli odierni politici e amministratori, che si limitano ad affidare il loro pensiero, per la verità debole e, in taluni casi, addirittura debolissimo, ad autoreferenziali elucubrazioni sui social network e sui media. È così che gli odierni politici/amministratori si palesano quali solitari analisti dei propri movimenti interiori, favoriti in questo dai mezzi di comunicazione elettronici, che hanno un effetto esteriorizzante, esaltano le realtà virtuali e, soprattutto, eliminano la funzione ideativa, polverizzando il vincolo logico-sintattico, che invece i veri politici conservano integralmente. Per non parlare della paratassi, che in molti di loro latita e, se la posseggono è indifferente ai contenuti. È la paratassi che aveva diritto di cittadinanza nel cervello di alcuni dei vecchi politici, era di elevato livello e non consentiva di render loro obsoleta la consecutio temporum, di sgretolargli la coerenza e l’integrità della struttura interiore individuale. Evitava loro, inoltre, l’appannarsi dello spirito critico, della morale e dell’etica.
Certamente, il vero politico non era un “idiota” nel senso etimologico del termine: “circoscritto”, “localizzato”, “irretito”, “prigioniero del web”; non era neanche un vate dell’ovvio e dell’inutile, contrariamente ai tanti odierni parolai e specialisti dell’aria fritta. Un manipolo di leoni da tastiera informati in tempo reale, e che in tempo reale comunicano pur non capendo quasi nulla e non avendo nulla da comunicare. L’importante è apparire, esaltando la dicotomia tra l’essenza e l’apparenza.
Oggi assistiamo a un florilegio di banalità, come ad esempio i rattoppi di strade ancora ampiamente dissestate, alla tendenza di rendere Sulmona una foresta di erbacce, fino alla magnificazione di tutto ciò che è ordinaria amministrazione. In sintesi, prendendo a prestito le parole di Guido Gozzano, assistiamo alla celebrazione delle “piccole cose di pessimo gusto”, impudentemente ostentate come importanti, significative ed essenziali realizzazioni. Rattrista non imbattersi più nel pensare assorto, meditante e concentrato dei veri politici e di dover incontrare un pensiero vacuo e inconsistente.
L’homo sapiens di socratica memoria è stato sostituito dall’”homo videns”, che ha bisogno di messaggi rapidi, di immagini sintetiche: vince l’immediato. Il tutto a scapito della logica analitica, che stimola la riflessione e la concentrazione. L’”homo videns”, vede, ascolta (distrattamente), ma non legge; tuttalpiù legge poco, si distrae, non ragiona. Si affida all’intuito e non al ragionamento.
Gli pseudopolitici attuali sono schiavi del computer; strumento che spettacolarizza, ingrandisce, collega pensieri e realtà che non hanno un comune denominatore. Inoltre distrugge i perimetri interni della critica, scotomizza, esaspera l’eccitazione emotiva, l’aggressività latente e il vincolo logico e, così agendo, si illude di celare la sua sconcertante povertà di contenuti.
Il politico del like è informatissimo su tutto, ma non capisce nulla!
Per concludere, è certo che svolgeremo il nostro compito di oppositori, che contempla il vigilare. Se necessario, e presto lo si vedrà, useremo gli strumenti che la legge ci mette a disposizione come consiglieri comunali per arginare eventuali danni alla Città”.
Caterina Di Rienzo
Maurizio Proietti