Avv. Daniele Ricciardi, fondatore e presidente di ASSORUP, come nasce l’idea di un’associazione che rappresenti i RUP?
ASSORUP nasce da oltre venti anni di esperienza nel settore dei contratti pubblici in cui, attraverso la formazione e la consulenza alle stazioni appaltanti, abbiamo dovuto registrare la solitudine in cui si trovava il responsabile unico del procedimento ad affrontare la gestione di gare di appalto senza supporto da istituzioni o altre organizzazioni. Abbiamo voluto dare un luogo, una casa comune, dove confrontarsi e supportarsi reciprocamente.
Il primo anno di attività ha consentito di raggiungere significativi traguardi?
ASSORUP si è accreditata presso tutte le istituzioni del settore dei contratti pubblici, diventando un punto di riferimento nel rappresentare le istanze dei RUP. Il primo Congresso Nazionale di ottobre 2023 ha visto la partecipazione del Presidente dell’ANAC nonché del Ministro della Pubblica Amministrazione, di Vicepresidenti di Camera e Senato ma soprattutto di centinaia di RUP che hanno fatto sentire, nella Sala della Regina di Montecitorio, le loro istanze. Dal Congresso ad oggi abbiamo organizzato Conferenze territoriali (in Campania, Toscana, Abruzzo, Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Calabria, Sicilia). Il 21 marzo saremo a Roma, per la Conferenza del Lazio dove interverranno, tra gli altri, il Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ed il Presidente Luigi Carbone il quale ha coordinato la commissione speciale che ha redatto il Codice dei contratti.
L’11 febbraio ASSORUP ha adottato il Manifesto del RUP. Di cosa si tratta?
Abbiamo scelto una data simbolica in cui, in collegamento da 11 Regioni, i nostri Ambasciatori hanno radunato i RUP per una iniziativa molto importante. L’11 febbraio 1994 veniva istituito, con la legge 109, questo incarico. ASSORUP ha approvato il Manifesto di doveri e diritti dove sono sintetizzati gli impegni che crediamo ogni responsabile unico debba assumere, e al contempo, i diritti nei confronti dei soggetti portatori di interessi con cui si relaziona, a partire dalla Stazione Appaltante che ne deve riconoscere le competenze, il valore e gli incentivi. Per noi solo un RUP competente può affrontare la sfida del PNRR. Ecco perché abbiamo proposto la Patente del RUP che sta raccogliendo ampio interesse anche negli incontri istituzionali che abbiamo avuto nei primi mesi dell’anno. Si tratta di un sistema di certificazione, distinto in 4 livelli di competenza, che attraverso un esame consentirebbe di differenziare la capacità e quindi di affidare gli appalti a funzionari e dirigenti in grado di gestirli. Un RUP con la patente BASE potrà fare gli affidamenti più semplici, un RUP con la patente di ESPERTO gli interventi complessi.
La vostra proposta di Patente ed anche le richieste sugli incentivi non trovano l’adesione proprio di tutti.
In un paese libero ognuno può esprimere opinioni diverse ed esercitare il diritto di critica, purché la critica non abbia il solo scopo di guadagnare visibilità grazie al lavoro altrui. ASSORUP ha dimostrato di essere un’organizzazione plurale, seria e concreta. In un anno abbiamo erogato oltre 120 ore di formazione a circa 8 mila persone che hanno interagito nelle nostre iniziative. Con oltre 650 associati, in circa 100 province siamo una realtà consolidata anche grazie una rete di 18 ambasciatori e oltre 30 componenti dell’ufficio studi. Ci stiamo attrezzando per realizzare la formazione accreditata, prevista dalla SNA che sarà presente alla conferenza del Lazio. Insomma la nostra Associazione, in questo momento è l’unica in grado di rappresentare le istanze dei RUP a livello nazionale e ciò è riconosciuto dalle istituzioni nazional e locali. Siamo aperti al dialogo al confronto con tutti, ma non cederemo di un passo rispetto alla necessità che in Italia vengano riconosciuti incentivi ai RUP da tutte le stazioni appaltanti. Chi ostacola le nostre proposte, senza formulare alternative, mette a rischio questo obiettivo.