ABRUZZO – Con una Massa Salari complessiva di 293 milioni di €, 30486 lavoratori e 4856 imprese, rilevati presso gli Enti Bilaterali, il settore edile conferma il suo trend di crescita che nel 2023 è stato di +12 milioni di € e si accredita come settore ad alta dinamicità, in grado di intercettare come nessun altro le opportunità offerte dal mercato delle costruzioni.
Nel settore industriale in Abruzzo c’è stata una crescita di Massa Salari di 1,9 milioni di €; primeggia Teramo con +3,8 milioni di €, rimangono stabili Pescara e L’Aquila, crolla Chieti con una perdita di 2,4 milioni di €. E’ ancora L’Aquila la Cassa Edile più grande con 82,5 milioni di €, seguita da Teramo con 46,2, Chieti con 30,4 e Pescara con 28,9 milioni di €.
Nel settore delle piccole e medie imprese e degli artigiani invece si è registrata la crescita più alta di Massa Salari pari a 10,1 milioni di €, 5 volte in più del settore industriale; primeggiano Pescara +3,3 e Chieti +3,2 milioni di e, seguite da L’Aquila +1,9 e Teramo +1,8 milioni di €. E’ Pescara l’Edilcassa provinciale più grande con 30,9 milioni di €, seguita da Chieti con 29,9, poi Teramo con 25 e L’Aquila con 19 milioni di €.
La grande stagione del superbonus 110 volge al termine: al 31 ottobre in Abruzzo il 79% dei 12114 cantieri è stato terminato avendo prodotto 2,4 miliardi di € di investimento. Peccato che solo 26% degli edifici sono condomini mentre il 74% sono edifici unifamiliari o indipendenti, un’altra occasione persa per recuperare il patrimonio edilizio più vetusto delle aree marginali del nostro paese. Anche qui il margine di criticità è rilevante in quanto, mentre per le abitazioni indipendenti i cantieri terminati superano il 93%, i condomini arrivano a malapena al 73%, considerando che il tutto dovrà essere concluso entro il 31 dicembre 2023.
Da qui la richiesta congiunta Sindacati Nazionali e Associazioni Datoriali al Governo per prorogare la scadenza del superbonus, così da permettere una conclusione ordinata alla misura. Occorre evitare la perdita improvvisa di centinaia di migliaia di posti di lavoro, generata dall’interruzione di migliaia di cantieri a causa dell’insorgere di un enorme contenzioso tra condomìni e imprese. Occorre scongiurare la corsa forsennata già in atto per terminare i cantieri entro il 31 dicembre, con conseguente rischio sia per la sicurezza dei lavoratori coinvolti che per la qualità degli interventi eseguiti.
Intanto il PNRR è in piena fase attuativa. In Abruzzo le risorse destinate ai 7130 progetti presentati hanno un valore economico di 6,6 miliardi di €, di cui 4,8 da fondi PNRR. E’ Chieti il territorio con gli interventi più corposi in termini economici, 1,1 miliardi di €, e di progetti, ben 2315. Seguono L’Aquila con 953 milioni di € per 2039 progetti, Pescara con 737 milioni di € per 1346 progetti e infine Teramo con 695 milioni di € per 1296 progetti. Al 30 settembre in Abruzzo risultano 660 gare pubblicate e 288 gare aggiudicate per un importo complessivo di 996 milioni di €. E le nostre imprese si sono subito rigenerate dal superbonus alla ricostruzione post sisma ed al PNNR, rimettendo in circolo economia, lavoro e sviluppo del territorio. Una mole di cantieri in grado di rioccupare la maggior parte dei lavoratori che termineranno i cantieri del superbonus.
Da qui la richiesta congiunta della Filca Cisl Abruzzo Molise, delle altre organizzazioni sindacali regionali dei lavoratori, delle associazioni imprenditoriali Aniem e CNA edilizia, rivolta alla Regione Abruzzo per chiedere un incontro di chiarimento sul possibile definanziamento di opere PNRR per l’Abruzzo per oltre mezzo miliardo di €. Opere che riguardano specificamente nei capitoli principali resilienza-valorizzazione del territorio-efficienza energetica per 1723 progetti del valore di 392 milioni di €, rigenerazione urbana per 69 progetti del valore di 165 milioni di €, aree interne per 55 progetti del valore di 39 milioni di €.
E’ fondamentale avere la certezza che ogni opera pubblica abbia le risorse per essere terminata, al fine di evitare che diventi una delle opere incompiute, ruderi fantasma che violentano il nostro territorio.
Una volta partiti i cantieri dobbiamo garantire un’edilizia legale e sicura al fine di trasformare tutte le risorse che lo Stato metterà a disposizione, in economia reale per il territorio; non governare questi processi equivarrebbe a far finire tali risorse nel sommerso, ad alimentare fenomeni di illegalità e corruzione e ad incrementare la necessità di impostare azioni repressive che bloccheranno a metà i cantieri. Ma soprattutto farebbe crescere il rischio di infortuni che in edilizia sono sempre molto gravi ed invalidanti, vanificando il lavoro di diffusione della cultura della sicurezza, prevenzione di fenomeni infortunistici, formazione e informazione, che gli Enti Bilaterali svolgono attraverso i tecnici del CPT e i RLST.
Lavorare tutti, lavorare bene, in sicurezza e legalità, si può e si deve.