ABRUZZO – La mostra “Sessant’anni dal disastro del Vajont. Narrazioni e testimonianze” allestita dall’Archivio di Stato dell’Aquila per la Domenica di Carta (8 ottobre 2023) ha suscitato l’interesse del pubblico che è stato presente numeroso nelle sale espositive.
L’intento dell’Istituto, quello di mettere in risalto il legame tra il disastro del Vajont e la città dell’Aquila, è stato adempiuto a pieno: a parlare sono stati non soltanto i documenti, ma le persone che, sollecitate dalla sezione dedicata alle benemerenze conferite ad Aquilani, hanno reso testimonianza diretta della partecipazione dei loro cari ai soccorsi prestati alla popolazione del Vajont.
Così la corrispondenza tra il Comando dell’Autoreparto Divisione Legnano e il Sindaco dell’Aquila, con la richiesta di conferimento ad Antonio Ciaffro (ma Ciafro) dell’allegato attestato di benemerenza “caratterizzando, se possibile, la relativa cerimonia, con adeguato tono di solennità”, e la risposta del Sindaco di averlo ”consegnato in forma solenne” ha indotto a presentarsi in Archivio la figlia di Antonio Ciafro, Katia Ciafro, che ha raccontato dell’orrore visto dal padre e mai dimenticato, del loro viaggio, quasi cinquant’anni dopo, nei territori del disastro, e dell’accoglienza “come extraterrestri” ricevuta dalle persone del luogo che avevano riconosciuto il loro soccorritore.
E ancora due visitatrici, Lidia Pasquarelli e Katia Urbano, sono tornate per portare l’attestato di benemerenza conferito dal Ministero dell’Interno. Direzione generale della Pubblica Sicurezza al marito / padre che operava nel II Reparto Celere Guardie di Pubblica Sicurezza.
La vita che diventa documento e storia.
Questo è il senso della mostra: raccontare gli uomini, quelli che hanno sbagliato e quelli che hanno sofferto per questo errore, e stabilire un ponte di solidarietà e comunanza fondato sull’utilizzo del patrimonio culturale più giusto e più alto: raccontare la verità storica e la storia che nasce dal presente e dagli uomini.
La mostra resterà fruibile nei prossimi mesi nell’orario di apertura dell’Archivio di Stato (lunedì-venerdì, 9-16,30). Verranno messe in campo iniziative con le scuole. Attraverso la versione digitale dell’intero fascicolo processuale e delle sentenze gli studenti, opportunamente guidati, potranno svolgere un’attività laboratoriale creando la loro mostra, analogica o digitale, che restituirà la loro percezione del racconto storico-documentale.
Domenica 8 ottobre è stata avviata, presso la Sala studio di questo Istituto, la consultazione del fascicolo processuale attraverso le riproduzioni digitali, disponibili già dal 2013 presso l’Archivio di Stato di Belluno e di recente acquisite dall’Archivio di Stato dell’Aquila.