L’AQUILA – “Dall’esame quotidiano e particolareggiato dei tanti dossier che riguardano l’Asl dell’Aquila e che sono stati posti alla nostra attenzione emerge sempre più un quadro che desta sconcerto e preoccupazione”. Lo dice il segretario regionale della Lega, Luigi D’Eramo, facendo seguire queste nuove considerazioni, per nulla leggere, alle altre che aveva già manifestato nei giorni scorsi sul la gestione del manager della Asl1 Roberto Testa.
“Tra gli aspetti più incresciosi uno di quello che emerge plasticamente – sottolinea D’Eramo – c’è quello relativo alla gestione del personale. È emerso, infatti, che la direzione generale della Asl non ha sempre applicato negli ultimi tempi la legge Madia per la stabilizzazione dei precari. Attualmente circa 15 medici e numerosi infermieri hanno diritto alla stabilizzazione, ma la direzione aziendale non procede, adducendo diversi motivi. Addirittura in alcuni reparti sono stati banditi dei concorsi, nonostante alcuni medici avessero già i requisiti per la stabilizzazione. Questa situazione porta alla fuga dei giovani e di medici e infermieri molto preparati che sono costretti a traferirsi in altre Asl, quasi sempre fuori regione, per ottenere un posto a tempo indeterminato. Un fenomeno preoccupante che va immediatamente contrastato con forza per evitare che la sanità aquilana venga ulteriormente depauperata e perda professionalità di alta qualità”.
Poi sul caso dell’ospedale peligno: “Un’altra situazione davvero surreale riguarda Sulmona. Testa poteva fare il concorso per individuare il primario per la Ginecologia, autorizzato dal vecchio piano della Rete. Non solo non ha voluto procedere, ma ha fatto restare in sospeso anche gli altri concorsi per i primari di Medicina, Pronto soccorso, Ostetricia e Ginecologia e Cardiologia”.
“Al manager Roberto Testa – chiude il segretario leghista – chiediamo immediatamente conto di questa situazione che si unisce alle altre evidenziate di recente, prima fra tutte quella dell’illegittimità della nomina del professor Franco Marinangeli, stimato professionista, come direttore sanitario facente funzioni: una palese violazione in presenza dell’elenco degli idonei approvato dalla Regione in cui il medico non è presente”.