SULMONA – E basta, però! È inaccettabile che politici eletti nelle varie istituzioni dichiarino continuamente “si dovrebbe fare”, “è necessario fare”, “faremo“… e poi tutto finisce lì.
Nel dialetto sulmonese si usava (ora il termine è un po’ desueto) l’espressione“sbrafand’”. Veniva usato per indicare una persona che con una certa spavalderia parlava, tanto per parlare, mirando solamente a mettere in evidenza se stessa.
Ci è venuto in mente questo termine ascoltando, ormai da tempo, le quotidiane dichiarazioni di Nicola Angelucci, che non perde occasione per dire, così tanto per dire: rifaremo via del Cavallaro, strade e asfalti vari (che restano sfasciatissimi), piazza Capograssi, i giardini di qua e di là, sposteremo questo e quello, faremo un’ordinanza per quelli che mangiano e bevono seduti sui gradini (quelli in piedi no?) etc. etc.
Dimentica il nostro, ma i fatti concreti no, che le chiacchiere se le porta il vento e che è regola di base per un amministratore accorto fare prima le cose, e dopo parlarne.
Uno “sbrafand’” però di norma è anche un po’ impudente e Angelucci purtroppo lo conferma – ci permetterà la critica dato che è un politico – e lo conferma quando afferma anche che: “… le problematiche sono frutto di decenni di leggerezze amministrative e sponde politiche (sic!) le quali oggi sono venute allo scoperto”.
Noi, non abbiamo capito e quindi in attesa di una traduzione concreta del suo pensiero, ci siamo chiesti: ma il nostro non è lo stesso che è stato a lungo nell’Amministrazione cittadina con l’incarico di Presidente del Consiglio Comunale?
La risposta è sì. Purtroppo succede anche questo.